Rocce della fertilitàA 4298 metri
A Koh Samui.
Oltre alle magnifiche spiagge dell’isola di Koh Samui, sono tante le attrazioni che richiamano ogni anno tantissimi turisti. Di particolare importanza è il tempio Wat Khunaram, famoso per qualcosa di veramente insolito: al suo interno è infatti custodita la mummia del monaco Luong Pordaeng, morto nel 1973 mentre meditava. Pare che, poco prima di morire, avesse chiesto ai suoi fedeli di essere cremato nel caso in cui il suo corpo avesse mostrato segni di decomposizione, ma nel caso contrario avrebbe voluto essere esposto per ricordare gli insegnamenti del Buddha. Per i Thai, sia la vita che la morte del monaco Loung Pordang è motivo di ispirazione a seguire gli insegnamenti di Buddha.
Esposta in una teca di vetro, la mummia è avvolta in un’atmosfera mistica creata dal profumo dei tanti fiori che la circondano, dalle candele e dagli incensi. Nonostante possa apparire come qualcosa di inquietante, in particolare agli occhi della cultura occidentale, per i Buddhisti è oggetto di adorazione: la morte è un’opportunità, che consente di rinascere e vivere una nuova vita.
Ciò che rende quest’attrazione straordinaria è proprio il quasi assente stato di decomposizione: molti credono sia dovuto ad un miracolo, altri ritengono che dipenda dalla sua rigida alimentazione combinata alla meditazione. Il corpo è stato studiato e tramite delle radiografie si è scoperto che la dentatura è rimasta completamente intatta, come anche gli organi e il cervello, che hanno subito soltanto una riduzione delle dimensioni a causa della disidratazione.
Un altro aspetto interessante è che il suo corpo è diventato un perfetto ambiente per una particolare specie di gechi, che depongono le uova proprio al suo interno: la morte origina vita, come a seguire i dettami del credo buddhista.
Loung Pordang nacque sull’isola Koh Samui nel 1894. Proveniente da una famiglia abbiente, entrò nell’ordine dei monaci intorno ai 20 anni: trascorse due anni al Wat Samret prima di decidere di sposare una donna con cui ebbe sei figli e, una vota cresciuti, decise di ritornare alla vita monastica. Si immerse quindi nello studio dei testi religiosi e nella meditazione.
Si ritiene che, dopo un lungo viaggio a Bangkok, sia ritornato all’isola e abbia intrapreso un’intensa sessione di meditazione nella Tham Yai. Fu proprio durante una di queste lunghe sessioni di meditazione che, a 79 anni, morì dopo una settimana di digiuno e silenzio. Il suo semplice e sano stile di vita, combinato alle meditazioni, ha contribuito alla sua lunga vita e alla preservazione del suo corpo dopo la morte: gli unici deterioramenti sono stati subiti dagli occhi, oggi coperti con degli occhiali da sole.
I visitatori possono accedere al tempio ogni giorno, ma si consiglia di recarvisi al mattino presto o nel tardo pomeriggio, che sono i momenti di maggiore attività dei devoti. Per raggiungere il tempio è possibile percorrere la Route 4169 tra le cascate Na Muang e Hua Thanon e parcheggiare nei pressi della struttura. L’ingresso è gratuito ma è possibile fare un’offerta per contribuire al mantenimento del posto. Essendo un luogo di culto, si richiede il massimo rispetto e un abbigliamento adeguato (pantaloni lunghi o gonne sotto al ginocchio e spalle coperte).
Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 15 anni fa. Mi piace viaggiare, in particolare in Asia e non solo, e scoprire cibi, posti e culture. Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi. Seguito da più di 2 milioni di persone sui vari social (Pagina Facebook, TikTok, Instagram, Youtube).