Volontariato internazionale

Il volontariato è un’esperienza carica di emozioni che andrebbe vissuta almeno una volta nella vita per comprendere meglio il mondo che ci circonda, la società in cui viviamo e i suoi problemi. Aiutare le altre persone, l’ambiente o gli animali non è solo un grande atto di solidarietà che apporta benefici esclusivamente a chi riceve l’aiuto, ma  determina anche profondi cambiamenti nell’animo del volontario. Sapere di avere aiutato qualcuno, fare un gesto da cui non si riceve “nulla”, se non un sorriso e un grazie, è qualcosa a cui forse non siamo più abituati ma che ci riempie il cuore di gioia e serenità e contribuisce alla nostra crescita personale. Se poi si fa volontariato all’estero, allora ciò significa ritrovarsi per un periodo in un’altra nazione ed essere immersi in una cultura completamente diversa dalla nostra, parlando una lingua straniera e spesso vivendo in zone con  condizioni disagiate e di emergenza umanitaria.

Partecipare ad un programma di volontariato è utile anche per aprire la mente, oltre che il cuore, grazie alle nuove conoscenze personali e professionali che possiamo fare durante quest’esperienza e  che ci permettono di ampliare le nostre capacità e competenze.

Come si diventa volontario e come funziona

Sono tante le opportunità messe a disposizione per chi vuole fare volontariato internazionale: la maggior parte sono offerte da associazioni umanitarie, ad esempio nell’ambito di missioni umanitarie, oppure previste all’interno di programmi finanziati da enti pubblici come il Servizio Civile Internazionale.

Il servizio civile internazionale è un programma rivolto a tutti i cittadini italiani che abbiano un’età compresa tra i 18 anni (compiuti) e i 29 (non ancora compiuti al momento della domanda). Si partecipa tramite un bando di concorso e, nel caso in cui si venga selezionati, si riceve un rimborso mensile fino alla fine del programma, che dura un anno. Il volontario inoltre non paga nemmeno le spese di trasporto, che sono a carico dell’ente pubblico.

I programmi finanziati e con rimborso spese rappresentano un’eccezione alla regola, perché per sua natura (e secondo quanto previsto dalla legge) il volontariato é sempre gratuito. Il volontario deve inoltre pagare le spese di trasporto per raggiungere il paese e in alcuni casi anche dare un piccolo contributo per il vitto e l’alloggio, anche se in alcuni programmi questi possono essere offerti in cambio dell’aiuto. In ogni caso dipende dal tipo di programma perciò è bene informarsi in anticipo. Non dimenticate poi di considerare altre spese eventuali, come quelle per farmaci e vaccinazioni, dove richiesti, attrezzatura varia, il visto, l’assicurazione sanitaria, ecc.

Su questo aspetto influisce anche la grandezza della ONG per cui si presta l’attività di volontario. Quelle più grandi e che operano a livello mondiale fanno firmare un contratto e alcune si impegnano di offrire dei rimborsi spese per il volontario o di pagare l’assicurazione ma non sempre questo accade.

Diverso è invece il discorso per gli operatori umanitari, i quali sono dei veri e  propri lavoratori stipendiati che rimangono operativi in una determinata missione per un lungo periodo di tempo; tra questi ci possono essere medici, veterinari, ecc.

Se non volete affidarvi ad internet per la ricerca del programma, potete anche informarvi presso le Onlus e le associazioni della vostra città e regione, che organizzano spesso anche programmi all’estero; in questo modo potrete parlare direttamente anche con i responsabili del programma e rivolgere loro ogni eventuale domanda.

Il volontariato internazionale non si limita soltanto ad aiutare le persone: chi ama la natura e gli animali può infatti prendere parte ai programmi di volontariato ambientale, che puntano a tutelare le zone o le specie a rischio del pianeta attraverso una serie di  attività, come la riforestazione o la pulizia delle zone naturali, il monitoraggio e la cura degli animali, ecc.
Spesso le organizzazioni danno la possibilità di partire anche in gruppo, se volete partecipare con i vostri amici, familiari o compagni di classe.

Quanto durano i programmi?

In generale non esiste un periodo fisso prestabilito, ma normalmente è possibile accordarsi con l’associazione in base alla propria disponibilità e al tipo di progetto. I cosiddetti “Campi di lavoro” sono programmi brevi che durano qualche settimana, ma poi ci sono progetti più impegnativi e lunghi, organizzati soprattutto dalle grandi ONG che possono durare anche per un anno o due.
In ogni caso quando decidete di prendere parte ad un programma considerate il tempo di adattamento alla nuova situazione e al nuovo ambiente perciò, se ne avete la possibilità, è consigliabile fermarsi almeno qualche mese.

Chi può diventare volontario?

L’esperienza è sempre apprezzata nei progetti, ma non è indispensabile per diventare volontari. Tutti possono prendere parte ai programmi di volontariato e tutto ciò che serve è un forte spirito di adattamento perché spesso ci si trova a vivere in aree povere e diverse da quelle a cui siamo abituati, si è costretti a mangiare piatti diversi e più razionati, a dormire in terra, a non avere sempre l’acqua calda o l’elettricità. Chi solitamente fa fatica a staccarsi dalle proprie comodità anche durante un normale viaggio, è bene che prenda in considerazione tutti questi aspetti.
Oltre a questo è necessario avere voglia di lavorare, forza di volontà e capacità di lavorare in gruppo.

Ciò che poi non può proprio mancare, come base, è una forte motivazione e un grande interesse e apertura verso le altre culture, ma anche una certa dose di coraggio: spesso si devono affrontare situazioni difficili in contesti di degrado e di violenza, e non tutti sono in grado di mantenere il sangue freddo.
Oltre a questo però diciamo che una certa preparazione potrebbe essere utile, soprattutto se ci si ferma per lunghi periodi, non solo per far sì che il volontario sia in grado di affrontare le difficoltà, ma anche per evitare che sia un peso per gli altri volontari e gli organizzatori.

Come “prepararsi” al volontariato

A questo proposito, alcune delle associazioni e ONG organizzano dei corsi di formazione per i propri volontari prima della partenza, ma non tutte procedono in questo modo, perciò se si tratta della vostra prima esperienza in questo campo, sarebbe opportuno scegliere un programma che preveda un po’ di preparazione. A questa si aggiungono poi la conoscenza di almeno una lingua ufficiale (inglese, spagnolo, francese, ecc.), che anche se a volte può non essere un requisito del programma, è in realtà fondamentale per comunicare se non altro con gli altri volontari e i responsabili del progetto. Anche se il volontariato può essere un modo per parlare una lingua straniera e ampliare le proprie conoscenze linguistiche, non aspettatevi di apprendere una nuova lingua in un campo di volontariato, soprattutto se dura poco tempo! Perciò quando scegliete un progetto è consigliabile optare per un paese di cui almeno avete dimestichezza con la lingua ufficiale.

A seconda della zona in cui opererete, la popolazione locale potrebbe parlare una lingua poco conosciuta o un dialetto quindi anche se ovviamente non vi è richiesto di impararla, magari sarebbe carino imparare almeno parole basilari come ciao, grazie, ecc.; fatevi aiutare dagli abitanti e dai bambini del posto, così avrete anche un’occasione per socializzare e farvi conoscere. Un altro step fondamentale consiste nel conoscere e rispettare le abitudini e le tradizioni locali. Per questo è sufficiente anche informarsi su internet prima della partenza e poi, una volta in loco, cercare di evitare tutti quegli atteggiamenti e comportamenti che possono infastidire o offendere gli abitanti del posto. Ciò significa, ad esempio, per le volontarie adottare un abbigliamento simile alle donne del posto, se ci sono particolari usanze o divieti e soprattutto mai giudicare con sufficienza ciò che non comprendiamo: solo perché altri popoli hanno una visione diversa dalla nostra su alcuni punti, non è detto che la nostra sia la migliore. Quando siete arrivati in loco, potrebbe essere utile anche chiedere agli altri volontari o cooperanti che magari vivono lì da più di tempo se ci sono cose particolari o atteggiamenti da evitare.

Un’altra preparazione da fare prima della partenza è quella “mentale”: il fine ultimo del volontariato è quello di aiutare, quindi preparatevi a rinunciare alle comodità e non lamentatevi.

Cosa mettere nello zaino

Premettendo che non state partendo per le vacanze, portate con voi il minimo indispensabile in base alla località e al clima che troverete. Lasciate a casa oggetti preziosi e di valore, come gioielli e il computer, considerato che probabilmente non avrete internet e portate invece la macchina fotografica per immortalare i momenti più belli della vostra esperienza. Alcuni programmi consentono anche ai volontari di visitare il paese nei giorni in cui non sono impegnati con le attività, così potete approfittarne per conoscere meglio il luogo in cui state operando.

Non dimenticatevi un kit ben assortito di medicine e alcuni prodotti da regalare alla gente del posto, come i giocattoli e i vestiti per i bambini, coperte, articoli di cartoleria, ecc.; potete farvi consigliare dall’organizzazione chiedendo quali sono le principali necessità della popolazione locale, ma in ogni caso è bene portare oggetti che siano in buono stato.

Marco Togni

Autore

Marco Togni

Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 15 anni fa.
Mi piace viaggiare, in particolare in Asia e non solo, e scoprire cibi, posti e culture.
Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi.
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