Come svegliarsi bene
vegliarsi riposati dopo un buon sonno è per molti un miraggio lontano, in quanto lo stress della vita quotidiana incide negativamente sulla qualità del riposo notturno e conseguentemente rende difficile, se non addirittura impossibile, svegliarsi e alzarsi dal letto con la giusta carica. Svegliarsi la mattina è probabilmente il momento più importante della giornata, in grado di influenzare il proprio stato d’animo, il livello di energia e l’intero andamento delle ore a venire. Svegliarsi bene dipende innanzitutto da come si ha dormito.
Ecco alcuni consigli su come migliorare il momento fatidico del risveglio mattutino.
La routine aiuta
Andare a dormire più o meno alla stessa ora tutti i giorni aiuta l’organismo a creare un orologio biologico che rende più facile svegliarsi a quella determinata ora, pertanto sarebbe una buona idea quella di rispettare queste abitudini anche nel week-end, evitando di dilatare eccessivamente le ore di sonno la domenica mattina, che non farebbe altro che trasformare in un incubo il risveglio del lunedì. Statisticamente la notte tra domenica e lunedì è quella più soggetta ai fenomeni di insonnia ed è la causa principale delle “facce distrutte”, tipiche del lunedì mattina.
Il consiglio è quindi quello di impostare la sveglia sempre alla stessa ora, anche nei weekend, in modo da sincronizzare il proprio orologio biologico ed evitare risvegli traumatici.
La stanza ideale
Un buon sonno richiede un luogo idoneo: un materasso confortevole, un cuscino adatto alla posizione che siamo soliti assumere di notte e soprattutto una camera da letto con le condizioni più adatte a farci riposare bene, fresca, tranquilla e sufficientemente buia. Televisore, PC e telefonini andrebbero lasciati altrove, per non compromettere la qualità del sonno.
Caffeina in quantità moderate
Difficile rinunciare al piacere di una bella tazza di caffè o tè la mattina. A partire dalle 14, sarebbe invece opportuno rinunciare alla caffeina, che potrebbe rappresentare un ostacolo per addormentarsi la sera.
Lasciare il lavoro in ufficio
La giornata lavorativa tipica è di 8 ore, mentre per alcuni si dilata notevolmente, arrivando ad occupare persino le ore serali: lavorare fino a tardi ci sottopone a stanchezza extra ed essere troppo stanchi, sebbene possa sembrare un controsenso, non aiuta a dormire bene.
L’importanza dei sonnellini
Chi ha la fortuna di poterlo fare, dovrebbe concedersi qualche minuto di riposo nell’arco della giornata: sono sufficienti 10-15 minuti per ripristinare le proprie riserve di energia, arrivando fino a 90 minuti nel caso si debba recuperare sonno perduto: 90 minuti rappresentano infatti un breve ma completo ciclo di sonno, che ha un effetto rigenerante sul corpo e può aiutare a dormire meglio la sera successiva.
La giusta sveglia
Tutti d’accordo: poche cose sono fastidiose quanto il suono della sveglia la mattina, un allarme che squarcia il silenzio della stanza, facendoci svegliare con le palpitazioni. Un buon inizio è quello di scegliere una sveglia che abbia un suono piacevole all’udito e che al tempo stesso si riesca a sentire.
Una buona ragione per alzarsi
Uno dei modi più efficaci per svegliarsi al meglio la mattina è quello di avere una buona ragione per farlo: una colazione appetitosa, un po’ di esercizio fisico, il piacere di leggere un quotidiano…poco importa quale sia la ragione, l’importante è trovare il giusto stimolo che ci faccia alzare dal letto col sorriso e con determinazione. Molti traggono gran giovamento nel fare attività fisica subito dopo il risveglio, in quanto fa sentire in forma, motivati, ritemprati e carichi per affrontare la giornata. Non è necessario affrontare chissà quali sforzi o sessioni estenuanti: anche dei semplici esercizi sono sufficienti a riattivare la circolazione e ottenere una generale sensazione di benessere.
1,2,3…alzati!
L’ultimo consiglio è probabilmente il più banale, ma allo stesso tempo racchiude l’essenza di tutta la questione: quando la sveglia suona, bisogna alzarsi. Molti soffrono della cosiddetta “Snooze Button Syndrome”, letteralmente la “sindrome del pulsante snooze”, quel pulsantino che permette di posticipare il suono della sveglia, rimandando il momento del risveglio di un certo numero di minuti: ebbene, questa tendenza è come un dito nella piaga, che non fa che dilatare lo stato di malessere connesso al doversi alzare. Prima ti alzi, meglio è!
Autore
Marco Togni
Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 15 anni fa. Mi godo la vita in ogni sua forma. Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi. Seguito da più di 2 milioni di persone sui vari social (Pagina Facebook, TikTok, Instagram, Youtube).