Sposarsi o convivere?

Può essere considerato il dilemma del nuovo millennio. Infatti la convivenza anni fa non era proprio contemplata, ci si sposava, anche molto giovani ed era l’unica occasione in cui “si usciva di casa”. All’epoca dei nostri genitori si andava via di casa solo quando ci si sposava ecco perchè proprio la loro generazione non riesce a capire l’esigenza di convivere, vorrebbero vedere i figli sposati anziché semplicemente conviventi. Ora invece il matrimonio è in crisi, abbondano i divorzi e la convivenza sembra essere diventata l’alternativa al grande passo.

La mia esperienza

Mi sono sposato a 24 anni, dopo 1 anno e mezzo che conoscevo mia moglie. Abbiamo convissuto in Giappone per 4 mesi, e poi ci siamo sentiti a distanza per qualche mese e poi abbiamo convissuto per altri 3 mesi in Italia, e poi abbiamo deciso di sposarsi.

Non è importante il tempo che si passa sotto lo stesso tetto prima del matrimonio, però ci sono degli aspestti sulla convivenza o sul matrimonio che analizzerò qua sotto.

La crisi del matrimonio e la crescita delle convivenze

A cosa è dovuta questa crisi? Ebbene sono molteplici i fattori. Prima su tutti la crisi economica che morde anche le giovani coppie. Ormai ci si sistema dal punto di vista lavorativo sempre più tardi, la precarietà ci fa sentire precari anche sentimentalmente e non ce la sentiamo di “sistemarci” non avendo sicurezze economiche. Molte coppie rimandano e rimandano il giorno delle nozze proprio perchè non vogliono iniziare la propria vita insieme indebitandosi fino al collo o con difficoltà economiche che preoccupano e soffocano la vita di coppia.
Secondo, oltre alla crisi economica di certo vi è anche la crisi dei valori. Le ragazze di oggi non aspettano di certo il grande amore per accasarsi. E anche gli uomini arrivano sempre più tardi al matrimonio. Viviamo in un’epoca di eterni Peter Pan, dove a trent’anni si fa quello che si faceva a venti ed a quaranta pure! In realtà non è sempre così. Il matrimonio sopravvive laddove è vissuto come una tradizione irrinunciabile. Nel caso del nostro paese è il sud che tiene alta la bandiera con il record di coppie sposate rispetto al nord del paese. Questo ovviamente è dovuto sicuramente a fatti culturali.
Dalla crisi del matrimonio è nata una nuova era: quella delle convivenze. Sempre più coppie decidono di andare a vivere insieme dopo un periodo di fidanzamento anche per abituarsi a stare insieme in vista di un matrimonio futuro.
Per molti infatti convivere è una specie di test, fin quando si è fidanzati e si condividono le uscite serale, i viaggi e le esperienze varie si può andare più o meno d’accordo, ma quando si vive insieme certe abitudini o modi di fare possono farci vedere il partner sotto un’altra luce e magari farci capire che non è la persona con cui vorremmo passare il resto della nostra esistenza. Oppure può accadere il contrario, che la convivenza sia solo una conferma di ciò che pensavate, ovvero che il partner sia la persona con cui volete passare il resto della vostra vita. Facciamo una rapida sintesi di pregi e difetti di entrambe le situazioni, partendo dalla più innovativa, ovvero la convivenza.

Aspetti positivi e negativi del dividere la stessa casa

Conoscete davvero il vostro partner? Sapete se ci sono abitudini o difetti che potrebbero mandarvi in bestia? È bene sono queste spesso che cose che fanno fallire una convivenza, vedere il partner da un altro punto di vista, quello della quotidianità. Per l’uomo ad esempio potrebbe essere poco piacevole vedere la compagna non preparata, non truccata, in vestaglia o peggio in versione mostro con la maschera al viso. Per la donna invece potrà essere poco piacevole scoprire che il proprio compagno non sa cucinare neanche un uovo al tegamino o rendersi conto che è disordinatissimo. Insomma sono molte le sorprese che possono attendere una coppia all’inizio della convivenza. Certo è che la convivenza ha molti lati positivi. Il primo: la comodità. Se malauguratamente non dovesse durare non dovrete incorrere in pratiche e scartoffie per divorziare, basta tornare al punto di partenza, tornare a casa dei propri genitori o dove si viveva prima di andare a vivere insieme. Il secondo punto di interesse è la convenienza. Pensateci. Quanto costa organizzare un matrimonio? E quanto prendere una casa in affitto e arredarla? Insomma tra le due sicuramente la vince la seconda. La convivenza conviene molto economicamente. Niente festa in chiesa, niente ristorante, niente bomboniere insomma piena libertà di poter usufruire del vostro denaro per altro come viaggi e arredamento più bello. Quante coppie hanno iniziato male proprio perchè si sono indebitate per organizzare il matrimonio? La risposta è davvero tante, specie in forti periodi di crisi. Uno dei vantaggi di andare a vivere insieme e non spendere tanti soldi per organizzare una mega festa per un solo giorno che resta un ricordo in un album costato una fortuna! Certo a dirla così sembrerebbe che la convivenza sia solo positiva. In realtà come ho accennato prima sono molte le cose che potrebbero andare storte, specie quando non si conoscono tutte le abitudini del partner. Se l’amore è forte allora resiste, altrimenti ci si separa e in questo caso niente divorzi o separazioni legali, semplicemente ognuno si sceglie un altro appartamento in cui vivere.

Aspetti positivi e negativi del matrimonio

La vecchia unione coniugale sembra essere in crisi negli ultimi anni. Complice la crisi economica non si combinano più matrimoni, la gente preferisce la convivenza o restare a casa dei genitori fino a 40 anni. Spesso per necessità più che per affezione. Insomma la vecchia istituzione religiosa e civile va sempre male. Ma è davvero meglio convivere? I romantici vi risponderanno di no. Soprattutto le donne che preferiscono lo scambio degli anelli allo scambio delle chiavi di casa. Ed in effetti il fascino del matrimonio è impareggiabile. Se si passano mesi (a volte anni) per organizzare un singolo giorno affinchè sia perfetto qualcosa dovrà pur significare! Molte coppie preferiscono la bellezza del matrimonio, il tradizionale scambio degli anelli all’altare, chi crede che l’amore possa durare per sempre e che dal matrimonio nasce la futura famiglia opterà sempre per questa scelta invece che della convivenza. Inoltre agli occhi degli altri le coppie sposate rispetto a quelle che convivono vengono viste come coppie di serie A. Insomma non è un caso se molti vedono nella convivenza un certo tipo di convenienza. La convenienza del vivere insieme non è solo economica e “burocratica” come ho detto prima, sta anche nel fatto di non prendersi responsabilità, di cercare una via di fuga anche a quello che dovrebbe durare per sempre: l’amore. Proprio perchè talvolta è la parola amore a fare paura e a fare in modo da trovare una scappatoia. Molti pensano che convivere vuol dire non prendersi la responsabilità di una nuova famiglia, e se vogliamo non prendersi neanche la responsabilità di una coppia, che può morire in qualsiasi momento, basta restituirsi a vicenda le chiavi di casa. Rispetto a ciò invece il matrimonio è definito la culla stessa della famiglia, la cellula primordiale di un nuovo nucleo familiare. Un rapporto più solido perchè entrambi si sono assunti una responsabilità, si sono scambiati delle promesse e hanno creduto in qualche cosa. Ecco spiegato il perchè del fatto che le coppie che convivono vengono considerate di serie B rispetto a quelle sposate.
Fin qui solo lati positivi del matrimonio. In realtà i lati negativi dello sposarsi sono altrettanti. Chi ha detto infatti che matrimonio è sinonimo di felicità? Spesso è volentieri diventa una trappola per entrambi. Molte giovani coppie decidono di prendersi la responsabilità di sposarsi ma non riescono poi a mantenere questa promessa, tradiscono oppure trasformano l’unione in un inferno quotidiano da cui è difficile uscire, specie se vi sono figli a carico. Ecco uno dei lati negativi del matrimonio è proprio questo, la difficoltà di mettervi fine se le cose non vanno bene con il proprio partner e soprattutto la difficoltà nel mettersi d’accordo per la custodia dei figli e la tristezza di dover crescere un figlio nei week end.

Sposarsi o convivere, tutto dipende dall’amore

Concludendo di certo ci sono lati positivi e negativi in entrambe le scelte. Possono essere successi entrambi o fallimentari entrambi e questo dipende solo da un aspetto. Se alla base del rapporto vi sia un sentimento forte o meno. Se vi sia una forte unione da far funzionare un matrimonio o una convivenza, è questo il punto. L’amore che si prova. Se sentite di non essere pronti al grande passo la convivenza può essere una giusta alternativa, una specie di prova prematrimoniale. Se invece sentite che amate davvero il partner e siete legati alla tradizione potete optare per il matrimonio. Attenzione però a non scegliere con leggerezza entrambe le possibilità. Infatti anche la convivenza nella propria leggerezza è una scelta che va ponderata. Non a caso è sempre meglio andare a convivere pensando ad un periodo di prova o pensando di rimanere uniti alla persona che scegliamo, non per convenienza personale, per avere una scappatoia qualora il rapporto non funzionasse. Anche la convivenza deve avere delle regole, non è basata su promesse di vita come il matrimonio, ma di certo deve essere considerata una sorta di matrimonio laico, senza vincoli ma con la responsabilità di stare insieme e di creare una specie di famiglia in due anche se non si è sposati.

Marco Togni

Autore

Marco Togni

Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 15 anni fa.
Mi piace viaggiare, in particolare in Asia e non solo, e scoprire cibi, posti e culture.
Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi.
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