Tempio d'oroA 1136 metri
Il celebre Kinkakuji.
Durante il tour di templi di Kyoto, una tappa obbligatoria per tutti i turisti è il tempio Ryōan-ji (Tempio del Drago Pacifico), che sprigiona un fascino unico con la sua magnifica architettura e i splendidi giardini, tra cui, l’attrazione principale è indubbiamente il giardino zen karesansui.
Si trova nella zona nord-ovest di Kyoto ed appartiene alla scuola Rinzai del Buddismo Zen. Il tempio è il rifugio ideale in cui recarsi per sfuggire al caos cittadino e trascorrere del tempo immersi nella quiete del giardino zen: il luogo perfetto per la meditazione. La bellezza e l’importanza culturale del tempio e dei suoi giardini sono riconosciuti sia a livello nazionale che mondiale, tanto che sono stati classificati tra i Monumenti Storici della Kyoto Antica e dichiarati Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
Si può arrivare al Ryoanji dalla stazione di Kyoto con un autobus JR o in alternativa con una passeggiata di circa 15-20 minuti partendo dal tempio d’oro. Se siete in almeno 3 persone, il taxi dal tempio d’oro conviene più dell’autobus.
Il celebre Kinkakuji.
A pranzo donburi, la sera kaiseki.
Splendido complesso di templi.
Deliziosa cucina vegana.
Fast food con hamburger, giapponese.
Ottimo kaiten sushi.
Come altri templi di Kyoto, anche Ryōan-ji subì numerose modifiche nel corso degli anni. Il primo tempio, chiamato Daiju-in, e il laghetto visibile ancora oggi furono costruiti dalla famiglia Fujiwara nell’XI secolo, sui terreni di cui era allora proprietaria. In seguito, nel 1450, i terreni furono acquistati dal leader militare Hosokawa Katsumoto che decise di stabilirsi in queste terre costruendo qui la propria dimora ed un tempio zen: fu allora che nacque il tempio Ryōan-ji. Purtroppo la violenza della guerra di Ōnin non ha risparmiato il tempio, che andò distrutto e fu poi ricostruito dal figlio di Hosokawa Katsumoto, Hosokawa Matsumoto. Il tempio divenne presto anche il mausoleo degli imperatori Hosokawa e le loro tombe, le cosiddette “Sette Tombe Imperiali”, sono visibili ancora oggi con un aspetto ‘rinnovato’ grazie ad un’opera di restauro voluta nel XIX secolo dall’Imperatore Meiji.
Ma la storia più affascinante e misteriosa riguarda proprio il giardino zen del tempio. Sono molte le teorie contrastanti riguardo a chi fu l’autore del giardino e in quale periodo venne realizzato. C’è chi sostiene che il giardino venne costruito dai monaci, mentre altri sostengono che invece fu opera di esperti giardinieri, i kawaramono, in quanto su una roccia sono ancora incisi i nomi di due giardinieri, mentre non ci sono prove evidenti del lavoro dei monaci. Non vi sono certezze neanche in merito al periodo in cui fu costruito il giardino: alcune teorie sostengono che nacque attorno al 1450 insieme al tempio e fu voluto da Hosokawa Katsumoto; secondo altri studi il giardino fu opera del figlio Hosokawa Masamoto e quindi le sue origini risalgono alla fine del 1400; altri ancora sostengono invece che quest’opera fu realizzata successivamente, attorno al 1600, in quanto le prime descrizioni del giardino risalgono proprio a questo periodo. Pare dunque che le origini di questo meraviglioso capolavoro siano destinate a rimanere avvolte dal mistero e questo contribuisce a rendere questo luogo ancora più magico e affascinante.
Ciò che invece mette d’accordo tutti è la bellezza del giardino karesansui. Chiunque ne sia l’artefice, è considerato probabilmente il più grande capolavoro nel suo genere. Su un’area rettangolare di 248 mq, si estende questo paesaggio secco, in cui potete ammirare 15 rocce di diverse dimensioni che, raggruppate tra loro, danno vita a cinque “isolotti”, separati tra loro da un “mare” di ghiaia. Il numero quindici ha anche un valore simbolico in quanto secondo la religione buddista indica la completezza. L’unico tocco di colore è dato dal muschio che circonda le pietre. I monaci dedicano tantissime attenzioni al giardino zen, rastrellando e sistemando la ghiaia ogni giorno. Il punto migliore per osservare il giardino è dalla veranda del hōjō, la residenza del monaco: sedetevi sugli scalini e trascorrete del tempo a meditare e a contemplare il paesaggio. Quando vi sedete ad ammirare il giardino noterete che, in qualsiasi angolo vi posizioniate, non riuscirete a vedere tutte le rocce e questo “trucchetto” non è un caso: secondo la religione buddista, solo chi raggiunge l’illuminazione riesce a vedere tutte le quindici rocce. Anche il muro che delimita il giardino rientra nel paesaggio ed è un elemento molto importante; fu costruito in argilla ed il tempo lo ha pian piano colorato con sfumature sui toni del marrone e dell’arancione.
Anche riguardo al significato del giardino si sono sviluppate diverse teorie e supposizioni: il mistero si infittisce!! Del resto, ogni opera d’arte ispira interpretazioni differenti, tutte plausibili, ed il giardino di Ryōan-ji non è da meno. Soffermandosi ad ammirare il giardino c’è chi vede delle isole trascinate dalla corrente, chi delle piccole tigri che nuotano, altri intravedono cime di montagne che emergono dalle nuvole, altri ancora suppongono l’esistenza di segrete regole geometriche o numeriche. E poi c’è chi confuta qualsiasi teoria sostenendo che il giardino in realtà non ha alcun significato: è il caso dello storico Gunter Nitschke, secondo cui il giardino di Ryōan-ji è semplicemente una composizione astratta di elementi naturali la cui funzione è solo quella di esortare alla meditazione, e non di simboleggiare qualcosa o di rappresentare un qualsiasi soggetto naturale.
Il giardino di rocce non è l’unica meraviglia di questo luogo. Il tempio si sviluppa su un’area molto vasta che comprende un complesso di edifici e giardini ed offre anche un meraviglioso panorama sui monti situati nelle vicinanze. Proseguite la vostra visita rientrando nella sala della meditazione, caratterizzata dai tipici tatami, i pannelli scorrevoli e un piccolo altare buddista. Uscite poi all’esterno e dirigetevi verso il suggestivo giardino d’acqua: il lago Kyoyochi fu realizzato nel XII secolo ed oggi è incorniciato da splendidi alberi di ciliegio. Dalle acque del lago emergono due piccoli isolotti; su uno di questi si trova il santuario dedicato a Benten, la dea della fortuna: è possibile visitare il santuario grazie ad un ponticello che unisce l’isolotto alla riva. Se siete affamati, potete fermarvi per una sosta al ristorante che si trova sulle sponde del lago: qui potete gustarvi le specialità locali in uno scenario suggestivo e pittoresco!
Non perdetevi anche la casa del tè con il giardino dedicato alla coltivazione di questa pianta.
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Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 15 anni fa. Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi. Seguito da più di 2 milioni di persone sui vari social (Pagina Facebook, TikTok, Instagram, Youtube).