Monumento alla vittoriaA 663 metri
Obelisco commemorativo in una piazza trafficata.
Se dopo aver visitato tutti i posti più famosi della città consigliati dalla guida turistica rimane ancora del tempo a disposizione, c’è ancora un luogo che mi sento di consigliare, e non solo perché ha una storia particolarissima, ma anche e soprattutto per il ragionevole motivo che si trova fuori dalle classiche rotte del turismo di massa: il Phaya Thai- o Phayathai-, il palazzo del re della Tailandia. La residenza che il sovrano Chulalongkorn il Grande, conosciuto anche come Rama V, fece costruire per sé e sua moglie Saovabha Bongsri, non solo per il regale riposo, ma anche per dedicarsi, nei terreni circostanti, ai suoi esperimenti in campo agricolo. Il suo sogno era infatti riuscire a creare un tipo di riso più resistente e produttivo. Di più. Dicono che il sovrano- e sua moglie, che continuò a fare ciò anche dopo la morte di Rama V- da qui potesse controllare personalmente bestiame, piantagioni e fattorie nei campi che facevano parte della tenuta reale. Niente di strano in ciò, considerato che agricoltura- soprattutto il riso- e allevamento erano le ricchezze del Paese. Non è difficile immaginare che nei campi, a poca distanza dalle regali proprietà, starnazzassero indisturbate le galline e che i contadini passassero le giornate a coltivare e raccogliere riso, l‘oro della nazione, nel canale d’acqua vicino.
Costruito nel 1909 lungo gli argini del canale Samsen, in un’area agricola e di allevamento, il palazzo spunta tutto bianco tra il verde degli alberi del parco, con le facciate punteggiate da ampie e numerose finestre, il corpo suddiviso in più edifici, di diversa grandezza ed altezza, ed una torretta con un caratteristico tetto rosso a cono che ricorda un po’ i castelli delle fiabe nordiche. Opera di re Rama VI, che fece demolire quasi del tutto il palazzo originario, alla morte di suo padre e sua moglie, e costruire altri edifici in stile europeo. Ai tempi di Rama V il palazzo reale doveva essere comunque ugualmente maestoso, ma il sovrano di tutti i thailandesi se lo godette però ben poco: morì infatti nell’ottobre del 1910, qualche mese dopo l’edificazione. Sua moglie Saovabha, che restò a vivere in questa reggia portando avanti il progetto del marito, lo seguì 9 anni più tardi.
La torretta con il curioso tetto a punta fa parte del Phiman Chakri , la sala del Trono, che presenta all’interno dei magnifici affreschi sul soffitto in stile italiano. E sempre in quest’ala dell’immenso palazzo si trova lo studio – nel quale il sovrano Rama VI amava sedere per scrivere poesie e dare sfogo alla sua creatività artistica e letteraria-, le camere da letto reali, il bagno di sua maestà e, ovviamente, il trono. Ciò che lascia stupiti di questo palazzo è la grande fantasia che lo caratterizza: gli ambienti sono uno diverso dall’altro, ogni stanza ha colori e decorazioni specifiche e tutte hanno una forte impronta di stampo europeo.
Accanto al Phiman Chakri si trova il Srisutanivat, un edificio che era riservato esclusivamente alle donne della famiglia reale, che vi vivevano tutte insieme, ben lontane, come voleva la tradizione asiatica- ma non solo- dalle attività maschili. Qui le signore potevano dedicarsi alle loro attività femminili, lontane da occhi indiscreti.
E’ l’esempio più importante delle architetture europee del palazzo che resta visibile oggi: legno verde, struttura rettangolare, tetto decorato con elaborati intarsi, immense vetrate francesi che si inseguono ininterrotte sui quattro lati, era usato come teatro e luogo di cerimonie. Un posto che Rama VI prediligeva, visto che amava scrivere poesie, racconti e opere sceniche.
Il Phaya Thai era anche il luogo dove si svolgeva un particolare rito propiziatorio: la Cerimonia dell’Aratro Reale. Le sue origini sono antichissime e veniva osservata per chiedere alle divinità, all’inizio della stagione del riso, raccolti abbondanti. Una carestia del prezioso cereale, infatti, avrebbe significato fame e povertà per un’intera nazione. Due buoi sacri, legati ad un aratro di legno, facevano solchi nella terra dove alcuni bramini avevano gettato semi di riso.
Rama VI abitò nel palazzo fino agli ultimi anni del suo regno, poi si trasferì nel Phra Borom Maha Ratcha Wang, il Gran Palazzo. Il suo successore, Rama VII, ordinò nel 1925 che la caratteristica struttura diventasse un hotel di lusso, ma il progetto durò solo 5 anni. Poi fu la volta della prima stazione radio della Tailandia che lo scelse come sede. Infine si trasformò addirittura in ospedale per l’esercito reale thailandese.
Dopo le alterne vicende, il palazzo è oggi un museo sulla Thanon Ratchawithi, vicino al Monumento alla Vittoria.
Prendendo il BTS Skytrain si arriva alla fermata del Monumento alla Vittoria, poi si prosegue a piedi, una camminata di pochi minuti. E’ aperto ogni giorno, eccetto la domenica, dalle 9 alle 16. L’ingresso è libero.
Obelisco commemorativo in una piazza trafficata.
Complesso di case tradzionali.
Grattacielo nel cuore di Bangkok.
L'affascinante tempio di marmo.
Un tuffo nel passato, facendo shopping.
Nel quartiere di Dusit.
Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 15 anni fa. Mi piace viaggiare, in particolare in Asia e non solo, e scoprire cibi, posti e culture. Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi. Seguito da più di 2 milioni di persone sui vari social (Pagina Facebook, TikTok, Instagram, Youtube).