Santuario Keta Taisha
Con una storia di oltre 2000 anni.
La posizione remota della Penisola di Noto è uno dei fattori che ha permesso a questo lembo di terra affacciato sul Mare del Giappone di conservare i suoi paesaggi incontaminati, affascinando e incuriosendo tanti turisti per i suoi contrasti: i chilometri di costa frastagliata sono in gran parte parco nazionale fatto di spiagge candide e scogliere abbracciate da foreste di cedri e bambù a perdita d’occhio, mentre nell’interno si fanno spazio villaggi rurali dove scoprire il Giappone più autentico e tradizionale, ancora poco rivoluzionato dal turismo di massa. I due principali centri abitati della penisola, Wajima e Wakura Onsen offrono un’atmosfera tranquilla e stili di vita rilassati, l’ideale per trascorrere una vacanza lontano dal trambusto delle grandi città, vivendo un’esperienza culturale unica tra onsen, artigianato e gastronomia locale.
La Penisola di Noto occupa l’estremità settentrionale della Prefettura di Ishikawa ed è un luogo tutto da scoprire.
Con una storia di oltre 2000 anni.
Dedicato al Buddismo Zen.
In passato il Tempio Sojiji era uno dei centri più importanti del Buddismo Zen del Paese e nonostante il declino dovuto alla distruzione di gran parte degli edifici, resta uno dei luoghi di culto più visitati della Penisola di Noto. Vanta una storia lunga e affascinante, che inizia nel lontano 1300 quando il tempio venne costruito per volere dell’Imperatore, sebbene gli edifici che potete ammirare oggi sono in realtà ricostruzioni recenti risalenti ai primi anni del ‘900. Attualmente, inoltre, è in atto una grande opera di ristrutturazione che terminerà nel 2021 e durante la quale potreste trovare alcune aree o edifici chiusi al pubblico.
Tra le strutture più interessanti del tempio c’è decisamente la Porta Sanmon, il principale punto di accesso del complesso, che si eleva per ben 17 metri di altezza conducendo al cuore di questo luogo sacro: un incantevole cortile che si sviluppa attorno ad un laghetto incorniciato da bellissimi giardini. Da qui parte un sentiero circolare che si snoda accanto ai principali edifici del tempio.
La Costa Kongo si estende per circa 14 km nella parte occidentale della Penisola di Noto e regala un paesaggio aspro, modellato nel tempo dalle acque del Mare del Giappone, che ha trasformato questo tratto di costa in un capolavoro della natura, tra i più ammirati della penisola.
Il punto più popolare della Costa Kongo è la formazione rocciosa conosciuta come Ganmon, termine che significa “cancello” e che deriva dalla forma insolita che anche in questo caso è stato tutta opera del mare che nel corso dei secoli ha scavato una sorta di arco nel centro della roccia. I visitatori possono camminare fino alla spiaggia e avvicinarsi alla formazione rocciosa passando da una grotta situata accanto, la stessa grotta che, secondo la leggenda, il samurai Minamoto Yoshitsune usò come rifugio mentre era in fuga dal fratello e rivale Minamoto Yoritomo.
La Roccia Ganmon è piuttosto nota tra i turisti, quindi nelle vicinanze troverete un centro informazioni, un parcheggio e un negozio di snack e souvenir. Per chi lo desidera, nella bella stagione sono disponibili anche dei tour in barca di circa 20 minuti che permettono di circumnavigare la formazione rocciosa e ammirare anche qualche scorcio in più della costa
Sede più importante del Buddismo Nichiren, il Tempio Myojoji è un grande complesso di edifici immerso tra la vegetazione in cima ad una collina. Le origini del tempio risalgono al 1200, sebbene gran parte degli edifici che si possono visitare oggi sono datati attorno al 1600 e tra questi spicca la pagoda a cinque piani, un gioiello architettonico che si staglia verso l’alto raggiungendo i 35 metri d’altezza. È un edificio di impatto, che cattura lo sguardo dei visitatori che si avvicinano al tempio, in quanto è il primo che si nota “spuntare” tra la vegetazione. Alla pagoda si aggiungono altre strutture importanti, come la sala di preghiera principale e la grande porta di accesso arricchita da sculture di divinità protettrici del Buddha. Gli incantevoli giardini che incorniciano il tempio offrono uno scenario perfetto per concedersi una passeggiata nel verde, ammirando il paesaggio.
Il Santuario shintoista Keta Taisha è un luogo sacro molto importante e fu il primo santuario della penisola di Noto: le sue origini pare risalgano a 2mila anni fa. Il complesso del santuario è formato da pochi edifici, tra i quali s’innalzano alberi centenari considerati sacri che si riconoscono dalla corda legata intorno al loro tronco. La divinità principale del santuario è Okuninushi, considerata una sorta di “cupido” e che viene dunque venerata da chi è in cerca dell’anima gemella. Per questo gli ema, le piccole targhe in legno presenti nei santuari su cui si scrive il proprio desiderio, sono a forma di cuore, freccia e altri simboli legati all’amore.
La Costa Okunoto abbraccia la punta settentrionale della Penisola di Noto ed è un’area remota e selvaggia, prevalentemente rurale, il cui isolamento è stato dovuto anche all’assenza di una linea ferroviaria a servire la zona. Questo ha conservato praticamente intatta la bellezza incontaminata della costa, che a tratti si presenta sinuosa e a tratti invece è frastagliata e aspra, con alcuni punti particolarmente suggestivi come i due chilometri della Costa Sosogi e i terrazzamenti delle coltivazioni di riso di Senmaida, che si estendono su una collina affacciata sul Mare del Giappone.
A punteggiare la costa ci sono piccoli villaggi di pescatori dove ancora si vive seguendo i ritmi dettati dal mare e le vecchie tradizioni artigianali continuano ad essere tramandate, di generazione in generazione. Tra le attività principali della zona, oltre alla pesca, c’è la produzione di sale, che viene raccolto dall’acqua di mare con un processo tradizionale piuttosto complesso che da centinaia di anni viene ancora seguito da alcune aziende della zona tra cui la Suzu Enden Mura, che resta aperta al pubblico per una visita.
Tra le altre attrattive della zona c’è la curiosa formazione rocciosa Mitsukejima scoperta mille anni fa dal famoso monaco buddista Kobo Daishi e soprannominata “isola nave da guerra” per via della sua forma che ricorda, appunto, una nave da guerra. Questo isolotto roccioso si erge dalle acque al largo della costa raggiungendo un’altezza di circa 30 metri ed è stato creato un piccolo sentiero roccioso che si protende verso il mare e permette di avvicinarsi maggiormente alla roccia e ammirarla meglio.
Un bellissimo punto panoramico della Costa Okunoto è Capo Rokkozaki, sormontato dall’omonimo faro, che rappresenta la punta più a nord della penisola. Dal Capo si godono splendide viste sul mare e sulla costa.
La spiaggia Chirihama, situata lungo la costa occidentale della penisola, non è una classica spiaggia, ma un’attrazione davvero singolare: si estende per 8 km ed è accessibile al traffico di veicoli, consentendo quindi di fare un giro in auto costeggiando l’acqua.
Oltre a godersi l’esperienza unica di guidare sulla sabbia, i turisti spesso si fermano parcheggiando l’auto per poi passeggiare lungo la riva e raccogliere conchiglie. Nella stagione estiva nella parte sud della spiaggia ci sono bancarelle che vendono spuntini e street food a base di pesce.
Affacciata sul mare, Wakura Onsen è una località termale dove si ha l’opportunità unica di godersi un po’ di relax negli onsen e al tempo stesso essere a pochi passi dalla costa. La cittadina offre numerosi ryokan, alcuni dei quali sono in realtà grandi complessi alberghieri con viste sul mare che dispongono di tanti servizi, come teatri, karaoke, onsen, ristoranti, ecc. Per sfruttare al meglio il soggiorno a Wakura Onsen, è preferibile alloggiare in un ryokan della cittadina, ma se non vi fosse possibile tenete presente che gran parte delle strutture consentono l’accesso agli onsen anche ai visitatori esterni, perciò potrete comunque provare l’esperienza di un tradizionale bagno giapponese. In alternativa c’è anche lo stabilimento termale pubblico Soyu situato nel centro della città e alcune ashiyu, ovvero le piccole vasche gratuite per immergere i piedi.
Al di là degli onsen, la cittadina offre tante attrattive interessanti, con il centro storico che pullula di edifici storici, locande e botteghe artigianali, una piazzetta centrale con un’insolita fontana da cui sgorga acqua termale e una serie di musei interessanti. Il Museo Kado Isaburo espone le opere dell’artista locale Kado Isaburo, mentre il “goloso” museo Le Musee de H è dedicato alla pasticceria: l’esposizione consiste in alcune sculture fatte di dolci.
Wajima è il più grande centro abitato della Penisola di Noto e si sviluppa attorno ad un porto sulla costa del Mare del Giappone. Famosa per la produzione di oggetti artigianali laccati e per il suo mercato mattutino, Wajima è una località vivace e dall’innata passione per l’arte e l’artigianato.
Il mercato è l’attrazione principale della città e uno dei suoi simboli: nato circa mille anni fa, si svolge nel cuore della città con numerose bancarelle che vendono di tutto, dai prodotti agricoli allo street food, senza dimenticare l’artigianato locale. Punta di diamante dell’artigianato è proprio la lacca, conosciuta come wajima nuri, utilizzata come rivestimento di tanti oggetti in legno lavorati da abili artigiani che usano tecniche antiche piuttosto complesse. I due musei della città, il Wajima Nuri Kaikan e il Museo dell’Arte della Lacca Wajima sono il luogo ideale per conoscere più a fondo quest’arte e osservare splendide collezioni di opere e oggetti artigianali.
Fa quasi sorridere oggi pensare che la meravigliosa Penisola di Noto fosse un tempo luogo di esilio. Fu così, perlomeno, per la famiglia Tokikuni, discendente del potente clan Taira che nel dodicesimo secolo venne sconfitto durante la Battaglia di Gempei e i suoi membri relegati in esilio nella penisola, esattamente nella regione di Okunoto. Due delle residenze abitate dalla dinastia Tokikuni sono state ristrutturate e oggi sono aperte al pubblico come museo. All’interno potete visitare numerose stanze private in cui sono stati esposti reperti e oggetti personali utilizzati dalla famiglia che permettono di conoscere meglio lo stile di vita dell’epoca; all’esterno si può inoltre passeggiare nei giardini curati delle residenze e osservare i dettagli architettonici delle strutture, caratterizzate dal tradizionale tetto in paglia.
Situata alla base della penisola, la Residenza Kita è un’ex dimora di samurai oggi aperta al pubblico come museo. La famiglia Kita, discendente dal clan Minamoto, era una delle famiglie più ricche e potenti della regione nel 1500, epoca in cui svolgeva funzioni amministrative per il signore feudale locale. La ricchezza della famiglia emerge pienamente dalla grandezza e raffinatezza della residenza, che conta numerose camere per la famiglia e gli ospiti, uno studio destinato allo svolgimento degli affari e sale ricevimento in cui accogliere il signore feudale e altre figure illustri. Una piccola sezione museale posta sul retro espone alcuni tesori e oggetti personali appartenuti alla famiglia, come armi e armature, paraventi riccamente decorati e tanto altro. Ma ancor più particolare è forse il cancello di ingresso in legno della residenza, caratterizzato da un tetto in paglia.
Il modo migliore per raggiungere la Penisola di Noto è in treno. Da Tokyo potete prendere la linea veloce JR Hokuriku Shinkansen fino a Kanazawa e da qui proseguire su un treno express JR fino a Wakura Onsen. Il tragitto dura circa 4 ore ed è interamente coperto dal Japan Rail Pass.
La penisola è servita anche dall’Aeroporto di Noto, collegato con voli diretti a Tokyo e ad altre città del Giappone. Una volta arrivati in aeroporto, sono disponibili collegamenti in autobus per le città come Wajima e Wakura.
Noleggiare un’auto potrebbe essere la soluzione migliore per esplorare la Penisola di Noto: la rete ferroviaria non copre tutta la penisola e gli autobus della linea Hokutetsu, pur servendo in modo capillare la regione non offrono corse frequenti. Avere una macchina potrebbe quindi garantirvi una certa comodità e libertà di spostamenti.
Per quanto riguarda i treni, la rete JR opera fino a Wakura Onsen, da cui poi potete spostarvi con la linea Noto Railway fino al capolinea rappresentato dalla stazione di Anamizu, più o meno a metà della penisola. L’area più a nord e alcune zone della costa non sono servite dalla rete ferroviaria.
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