Ninja
I ninja rappresentano una versione nipponica delle spie occidentali, spesso impiegati dai clan feudali come dei veri e propri agenti segreti, o Kancho, per gestire quelle che oggi definiremmo le operazioni di intelligence. In origine la loro attività era legata esclusivamente ad un’esigenza di auto protezione, una condizione che portava a cambi opportunistici di alleanze e clan, in base ai vantaggi che ognuno di essi poteva offrire. Oltre all’uso delle armi e dei vari strumenti a loro disposizione, le operazioni dei ninja seguivano procedure e tattiche basati sui principi di furtività e segretezza (ninjutsu), che li rendevano altamente efficaci e ne garantivano una copertura ottimale.
I ninja erano soliti indossare abiti neri nelle ore notturne e abiti beige/marroni durante il giorno. La loro maestria spaziava dalle arti marziali alla resistenza fisica, ottenuta con grande e meticolosa preparazione.
Oltre al lavoro di spia, erano dediti a pratiche di sabotaggio, ordine pubblico e persino omicidi mirati, che talvolta li rendevano veri e propri sicari. Più spesso erano impiegati come guardie del corpo degli shogun.
Oltre alle classiche armi, come lance e spade, spesso si avvalevano di strumenti più sofisticati e per certi versi all’avanguardia, basti pensare che durante le guerre civili del XVI secolo, i ninja utilizzavano armi da fuoco importate dal Portogallo, con grande anticipo rispetto ad altre potenze militari.
Strumenti Ninja
- Bō (lungo bastone)
- Katana (sciabola)
- Ninjatô (spada a profilo dritto e corto)
- Kunaï (coltello in metallo per scavare piccoli buchi nel terreno)
- Shuriken ( lame volanti circolari e oblunghe, le famose ” stelle dei Ninja”)
- Kusarigama (falcetto con catena attaccata all’incrocio tra lama e manico)
- Manrikigusari (coppia di piccoli pesi legati da catena)
- Mizugumo (galleggianti)
- Ashiko (scarpe chiodate)
- Kamayari (picca con arpione)
- Jô (spranga in legno)
- Makibishi (chiodi da disseminare sulle strade)
- Kyoketsu Shogei (pugnale a forma di arpione)
Il nome
Secondo la tradizione, la parola ninja altro non è che la lettura di due caratteri kanji utilizzati per scrivere la parola shinobi-no-mono, termine giapponese che descrive colui che pratica il ninjutsu, un insieme di tecniche di abilità e segretezza che sarebbero diventate simbolo della figura stessa del ninja. Per un certo periodo il nome era stato sostituito con l’appellativo Oniwaban, che significa letteralmente “custode dei giardini”, ad indicare tale funzione nell’ambito delle dimore degli shogun.
Le scuole: Koga e Iga
Nel corso della storia del Giappone feudale, dal XII al XIX secolo, si dice siano esistite ben 49 scuole di ninja, le più famose delle quali erano la scuola Koga e quella Iga, attive nella prefettura di Aichi e Kyoto, aree geograficamente strategiche. Mentre la scuola Koga era composta da capi e subordinati appartenenti a ben 53 famiglie, dedite per lo più ad attività di gruppo dette “gunchuso“, la scuola Iga si componeva di soli nove gruppi.
Una prima e significativa presenza della figura del ninja è riscontrabile nella cosiddetta Battaglia di Magari, nel XV secolo, un conflitto durato ben tre anni e conclusosi con la sconfitta del prepotente shogun Ashikaga Yoshinao, che aveva tentato di soggiogare il clan Sasaki, difeso e sostenuto da ninja di scuola Koga.
I ninja moderni
Anche dopo la fine del periodo feudale giapponese, nel 1868, i ninja continuarono ad essere impiegati e addestrati, benché il loro impiego fosse divenuto più mirato, con una riduzione della quantità di soggetti e una crescente qualità della loro preparazione, per far fronte ad eventi e situazioni nuove. L’addestramento venne centralizzato e gestito dallo Stato e fu imposto ai ninja di adeguarsi a scenari internazionali imparando le lingue straniere. Si registra la loro presenza durante la guerra russo-giapponese, in particolare le battaglie di Yalu, Mukden e l’assedio di Port Arthur.
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Marco Togni
Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 15 anni fa. Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi. Seguito da più di 2 milioni di persone sui vari social (Pagina Facebook, TikTok, Instagram, Youtube).