Matrimonio Gay a New York

Il 24 luglio del 2011 lo Stato di New York è diventato il sesto stato americano a riconoscere alle coppie dello stesso sesso il diritto di contrarre il matrimonio, un diritto che nel 2015 si è esteso a tutti gli Stati Uniti con una sentenza storica della Corte Suprema.  Grazie all’approvazione del Marriage Equality Act, un provvedimento proposto dal governatore Andrew Cuomo, tutte le coppie che si amano hanno potuto sposarsi, con rito civile o religioso, nell’incantevole cornice di New York. Da sempre la città di New York è la culla delle principali battaglie per i diritti civili ed è molto aperta e tollerante, credendo nella diversità, sia culturale sia di orientamento sessuale, come un punto di forza e di unità, piuttosto che come uno svantaggio. Inoltre New York è la città americana che ospita la più numerosa comunità LGBT e ora sia le coppie dello stesso sesso che risiedono qui sia quelle residenti in un altro stato americano o all’estero possono legalizzare la loro unione nella Grande Mela o in qualsiasi altra località dello stato di New York e vedere i loro diritti finalmente riconosciuti, dato che il matrimonio è valido a tutti gli effetti anche all’estero. Il Marriage Equality Act è però differente dalle leggi all’epoca presenti negli altri stati e ha portato delle novità importantissime.

Cosa prevede il Marriage Equality Act e com’è nato

Una delle differenze principali è che il Marriage Equality Act  non prevede una restrizione in riferimento alla residenza: negli altri stati americani, infatti, era necessario essere residenti nello stato per potersi sposare. A New York, invece, qualsiasi coppia, residente, americana o straniera, può convolare a nozze. Al tempo stesso offre alle organizzazioni religiose la libertà di rifiutarsi di celebrare il matrimonio, un punto che è stato fondamentale per l’accettazione della legge da parte di quelle fazioni più conservatrici e cattoliche perché consente anche a quelle religioni che sono contrarie ai matrimoni gay di scegliere liberamente.

Prima dell’approvazione della legge, un altro punto che da alcuni anni creava un po’ di scompiglio e confusioni nei tribunali newyorchesi era il riconoscimento di matrimoni gay celebrati in altri stati o all’estero. Già nel 2004 si decise di fare qualcosa al riguardo, riconoscendo le unioni tra coppie dello stesso sesso celebrate fuori dallo stato di New York, ma esclusivamente ai fini pensionistici, e solo nel 2008 si cominciò a riconoscere alle coppie sposate fuori dallo stato di New York gli stessi diritti previsti per i matrimoni tradizionali. Nel frattempo, e già da prima di questa data, gli attivisti hanno a lungo chiesto a gran voce di legalizzare le unioni gay per non dover essere costretti a lasciare lo Stato di New York per sposarsi. Il cammino burocratico del Marriage Equality Act, al contrario di ciò che si potrebbe pensare, è stato lungo e difficoltoso: bocciato nel 2009, è stato uno dei punti principali su cui si è basata la campagna elettorale del governatore Cuomo, il quale, alla fine, è riuscito a far approvare la legge apportando modifiche strategiche che davano libertà sia alle coppie gay che alle istituzioni religiosi. Un aspetto che ha favorito la legge è stato anche l’impatto economico che avrebbe avuto: dai calcoli effettuati nel 2009 è emerso che lo stato di New York avrebbe guadagnato circa 210 milioni di dollari in 3 anni grazie ai matrimoni tra persone dello stesso sesso. Solo nel primo anno dopo approvazione della legge ci sono stati infatti più di 12mila matrimoni gay.

Tra le oltre 2.600 richieste per la licenza di matrimono arrivate nei giorni successivi all’approvazione della legge, la coppia che per prima è riuscita a sposarsi a New York è stata quella composta da Phyllis Siegal, 76 anni, e Connie Kopelov, 84,  che dopo 23 anni di amore sono riuscite a convolare a nozze. L’introduzione dei matrimoni gay ha portato anche alcune modifiche nella compilazione dei moduli online, dove i termini “marito e moglie” sono stati sostituiti da “sposo A e sposo B”.

Sposarsi a New York

I matrimoni tra persone dello stesso sesso seguono le stesse modalità previste per le nozze tradizionali, che potete trovare spiegate nel dettaglio nell’articolo “Sposarsi a New York”. In breve non è affatto difficile convolare a nozze nella Grande Mela ed oggi chiunque, finalmente, può realizzare questo sogno con una burocrazia molto snella, costi irrisori e tempi rapidi. Non è nemmeno necessario affidarsi ad agenzie specializzate, a patto che non desideriate qualcosa di particolare: è sufficiente compilare un modulo online per ottenere la licenza di matrimonio e poi, dopo 24 ore, ci si può sposare in Comune pagando una somma di poco più di 70 dollari per le varie tasse. Inoltre avrete il vantaggio di poter iniziare immediatamente la luna di miele nella Grande Mela, per poi magari proseguirla in altre località degli USA.

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Marco Togni

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Marco Togni

Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 15 anni fa.
Mi piace viaggiare, in particolare in Asia e non solo, e scoprire cibi, posti e culture.
Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi.
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