Lavorare in Nuova Caledonia
Un paradiso terrestre in cui molti sognano di trasferirsi: spiagge bianchissime, un mare cristallino, un clima ideale praticamente tutto l’anno e uno stile di vita rilassato. La Nuova Caledonia non è ancora un Paese molto conosciuto, ma questo arcipelago situato accanto ad Australia e Fiji sta diventando sempre più ambito e per varie ragioni. Nonostante si trovi a 24 ore di volo dall’Europa, la Nuova Caledonia è un territorio d’oltremare della Francia, quindi per andarci in vacanza non è necessario avere un visto, ma la burocrazia per lavorare e ottenere la residenza non è la stessa che si ha nei paesi UE. Bisogna inoltre tener conto del fattore linguistico: in Nuova Caledonia si parla francese quindi è bene sapere questa lingua per poter trovare più facilmente lavoro in loco. Se poi volete lavorare nel turismo è importante conoscere anche l’inglese naturalmente, dato che l’arcipelago è visitato da molti australiani e neozelandesi. Ma quali lavori sono più ricercati e quali sono i pro e i contro di vivere in Nuova Caledonia? Qui di seguito ho raccolto per voi alcune informazioni utili.
I lavori più ricercati
Molti ne restano sorpresi ma in Nuova Caledonia il settore trainante è quello minerario: il paese è infatti ricco di giacimenti, in particolare di nichel e cobalto, ma vengono estratti anche ferro, rame, manganese e cromo. Altri settori importanti sono l’agricoltura, l’allevamento, il turismo, la pesca e la produzione di legname.
Difficile dire esattamente quali siano i lavori più ricercati, ma in Nuova Caledonia mancano molte figure professionali e imprenditori, come ad esempio infermieri, biologi, periti agrari, ecc. Gli stranieri spesso però trovano lavoro nel turismo, nella ristorazione e nella pasticceria, dove, è importante una buona conoscenza delle lingue per alcune figure professionali, come la guida turistica ad esempio. Anche il settore sportivo offre diverse opportunità per chi ha un brevetto da istruttore di sub, surf e altri sport acquatici. Le ragazze possono provare a cercare qualche lavoro anche come au-pair e baby sitter presso le famiglie locali, magari con l’assistenza di agenzie internazionali; in questo modo potete toccare con mano com’è lo stile di vita locale e fare pratica di francese.
Se volete trovare un lavoro in Nuova Caledonia vi consiglio di provare a consultare i portali delle offerte online per farvi un’idea dei lavori più richiesti.
È facile trovare un lavoro in Nuova Caledonia?
Purtroppo in Nuova Caledonia trovare un lavoro da dipendente per gli stranieri, fatta eccezione per chi ha il passaporto francese, non è facile. Nel caso si trovi un’azienda disposta a sponsorizzare la burocrazia è piuttosto complessa e lunga e ci vogliono almeno due mesi per ottenere poi un permesso di lavoro, in quanto prima si deve verificare che quella precisa mansione non possa essere svolta da un caledoniano, e dopo la precedenza viene data ai francesi. Anche per chi vuole investire la questione non è semplice, nel senso che dovete comunque avere una buona base finanziaria (e dimostrarla) per aprire un’attività nel Paese in quanto non vengono forniti aiuti da banche né dallo Stato. La cosa positiva è che l’economia è in crescita e le tasse e tutti gli aspetti fiscali sono praticamente simili alla Francia.
I visti per lavorare e vivere in Nuova Caledonia
Per i cittadini UE che vogliono restare in Nuova Caledonia per un periodo di massimo 3 mesi non è necessario un visto, ma in questo modo non è permesso lavorare. Per chi vuole restare più a lungo e lavorare ci sono due alternative:
- chi ha fondi a disposizione o è un imprenditore autonomo può richiedere il permesso di residenza; in questo caso naturalmente vengono effettuati tutti i controlli del caso per verificare che riusciate a mantenervi autonomamente in Nuova Caledonia;
- chi invece vuole cercare un lavoro dipendente deve richiedere al consolato francese del proprio paese d’origine un long-stay visa assieme ad un’autorizzazione per poter lavorare.
Il processo di richiesta di questi visti è molto lungo e complesso: è necessario presentare una serie di documenti, quindi è meglio spesso farsi assistere da un agente dell’immigrazione.
Pro e contro di vivere in Nuova Caledonia
Prima però di fare questo passo e andare a lavorare in Nuova Caledonia è importante capire come si vive in questo paese e se vi è possibile vi consiglio di fare una vacanza esplorativa, per capire meglio se vi possa piacere o meno trasferirvi in questo luogo. Tra i pro c’è sicuramente il fatto che la Nuova Caledonia è un paradiso tropicale, con un clima praticamente perfetto tutto l’anno: non si scende mai al di sotto dei 17°C, quindi se odiate il freddo può essere una buona meta. Il territorio della Nuova Caledonia è fatto di spiagge bianche dalla natura incontaminata, colline e ampi spazi verdi dominati dalla vegetazione, perciò se amate vivere a contatto con la natura o a pochi passi dal mare questo è un altro buon motivo per lavorare in questo paese. Ci sono anche tante attività da fare, adatte anche ai bambini che di certo qui non si annoieranno: dal nuoto alle passeggiate nel verde, i giri in barca tra le isole e gli sport acquatici c’è l’imbarazzo della scelta.
Ma non mancano anche le cittadine: la capitale Noumea è una città piuttosto moderna e ha un’atmosfera dinamica e giovane, con tanti bar e ristoranti, locali, pasticcerie, mercati, negozi, ecc. La multiculturalità della Nuova Caledonia è anche uno stimolo per conoscere meglio le tradizioni e le usanze di altri popoli, ma al tempo stesso si respirano forti atmosfere francesi, e comunque occidentali, soprattutto nelle città, quindi a differenza di altre isole tropicali la Nuova Caledonia può essere consigliata a chi vuole raggiungere una meta esotica “lontana dal mondo”, dove la vita è meno frenetica e stressante, le persone sono aperte, ma senza rinunciare a quelli che sono i comfort e le abitudini della civiltà occidentale.
Tra i contro della Nuova Caledonia c’è prima di tutto il costo della vita, che è molto alto, dato che molti prodotti sono importati dalla Francia e quindi tutto costa di più, persino di alcune capitali europee.
Inoltre bisogna tener conto che gran parte dei terreni appartiene alle tribù e alle comunità locali, quindi acquistare una casa significa anche pagare l’affitto della terra su cui sorge l’immobile. Inoltre per quanto riguarda il commercio e il sistema sanitario la scelta è molto limitata e su alcuni aspetti non si è ancora molto avanzati, ad esempio quello tecnologico e informatico.
Referendum per l’indipendenza
Entro il 2018 ci sarà un referendum con il quale i cittadini della Nuova Caledonia decideranno se continuare ad essere un territorio d’oltremare francese o diventare a tutti gli effetti una nazione indipendente, cosa che probabilmente avverrà dato che gran parte della popolazione è composta dai kanaki, ovvero le comunità di aborigeni originari di questa terra e anche molti discendenti di immigrati sono favorevoli a questo cambiamento, che permetterebbe di ridurre il costo della vita: oggi infatti la Nuova Caledonia è costretta per ragioni politiche a importate tutto il necessario dalla Francia e questo aumenta enormemente i costi dei prodotti, ma se divenisse indipendente potrebbe fare accordi con i paesi più vicini, come l’Australia e i paesi asiatici. Questo però potrebbe anche complicare l’ottenimento di visti e permessi di residenza.
Autore
Marco Togni
Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 15 anni fa. Mi piace viaggiare, in particolare in Asia e non solo, e scoprire cibi, posti e culture. Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi. Seguito da più di 2 milioni di persone sui vari social (Pagina Facebook, TikTok, Instagram, Youtube).