Lavorare in Australia
Da sempre l’Australia è considerata una terra ricca di opportunità e attira immigrati da ogni parte del mondo. Dopo la grande ondata migratoria del dopoguerra, che ha portato tanti nostri connazionali a stabilirsi definitamente nella terra dei canguri, negli ultimi anni gli Italiani stanno riscoprendo il magico “Paese di Oz” e ognuno di loro ha una storia diversa da raccontare: ci sono studenti intenzionati a seguire un corso o un master universitario nelle prestigiose università australiane o semplicemente desiderosi di migliorare l’inglese, neolaureati intenzionati a prendersi un anno sabbatico tra lavoro e avventure, ma anche over 30 e famiglie in cerca di un futuro migliore.
E l’Australia si riconferma essere un Paese accogliente e aperto agli immigrati, ovviamente con regole rigide che vanno rispettate, ma che comunque offre la possibilità di mettersi in gioco attraverso una serie di programmi che tendono a favorire in particolare i giovani o chi svolge una professione molto ricercata nel Paese. Se anche voi siete intenzionati a fare un’esperienza di lavoro in Australia, eccovi alcune informazioni utili.
Il Working Holiday Visa: come funziona
È il visto più gettonato tra i giovani under 30 perché non prevede alcun requisito se non l’età (tra 18 e i 31 anni non compiuti), un passaporto valido almeno 6 mesi e fondi sufficienti a sostenersi per il primo periodo in Australia (almeno 5.000 dollari australiani), che potete dimostrare con una dichiarazione della vostra banca o una carta di credito; inoltre vi potrebbe essere richiesto di avere un biglietto di ritorno o fondi sufficienti ad acquistarlo. Questo visto permette di lavorare senza limitazioni per un anno, con l’unica condizione di non lavorare per lo stesso datore di lavoro per più di 6 mesi (ma se rinnovate il WHV potete ritornare a lavorare per il datore di lavoro per cui avete già lavorato nel primo anno di WHV), e offre anche l’opportunità di studiare fino ad un massimo di 4 mesi. Il visto è anche facile da ottenere poiché basta compilare un form online sul sito ufficiale del governo australiano, inserire i propri dati, effettuare il pagamento (al momento il costo è di 440 dollari australiani) e generalmente dopo qualche ora vi viene inviata tramite e-mail la conferma di rilascio del visto.
Il Working Holiday Visa vale un anno e la decorrenza parte dal momento in cui mettete piede in Australia, ma fate attenzione perché dal momento in cui vi viene inviato tramite e-mail avete un anno di tempo per entrare nel Paese, pena la scadenza del visto, quindi procedete con l’application solo se siete sicuri di partire. Il visto è elettronico e ciò significa che viene automaticamente “registrato” sul vostro passaporto, ma per sicurezza vi consiglio comunque di stampare la e-mail e portarla con voi.
I pro e i contro del Working Holiday Visa
Uno degli aspetti migliori del visto è proprio la sua flessibilità: potete lavorare in ogni settore, in ogni zona del Paese, per il numero di ore che desiderate e anche facendo più lavori contemporaneamente. Essendo pensato proprio per i giovani che vogliono lavorare ma anche visitare l’Australia, il visto non permette però di restare a lungo alle dipendenze di uno stesso datore di lavoro. Ma d’altro canto, questa è anche la parte più divertente del visto: non siete obbligati a restare in una sola città! Infatti una volta che avrete vissuto per un po’ di tempo nello stesso luogo potete spostarvi dove preferite: godetevi la splendida Sydney con il suo porto su cui spicca la Opera House e la spiaggia di Bondi Beach, curiosate tra i mercatini e le gallerie d’arte di Melbourne o fate tappa nelle mecche dei surfisti e dei sub a poca distanza da Brisbane; i più “temerari” possono raggiungere la caratteristica Darwin al nord o Perth, una città tranquilla e a misura d’uomo dove respirare l’autentica atmosfera australiana.
E non dimenticate di prendervi del tempo per viaggiare, esplorare l’Outback australiano, la Barriera Corallina e tanti altri luoghi incantevoli di questa terra. In molti ne approfittano anche per visitare la Thailandia e altri Paesi asiatici considerato che dall’Australia i voli sono economici e di breve durata; il visto Working Holiday vi permette infatti di uscire e rientrare in Australia tutte le volte che lo desiderate. E tra il lavoro e il viaggio potete approfittarne anche per fare un corso di inglese e migliorare la vostra conoscenza della lingua.
Rinnovare il Working Holiday Visa
Un altro aspetto positivo del Working Holiday Visa è la possibilità di prolungare il visto di un secondo anno lavorando per 3 mesi (88 giorni) in zone regionali dell’Australia nel settore primario, che comprende l’agricoltura e l’allevamento di animali, la pesca, l’edilizia e il lavoro in miniera; per verificare che una zona sia considerata regionale o no, potete consultare i codici postali elencati sul sito dell’immigrazione. Se avete già intenzione di rimanere per due anni, vi suggerisco di iniziare la vostra esperienza proprio cercando di completare i 3 mesi, principalmente per due motivi: se vi ambientate bene in una città e trovate lavoro stabile vi è poi più difficile spostarvi per andare a lavorare in zone remote e in secondo luogo il lavoro agricolo o edile è stagionale o comunque non continuo, quindi è probabile che dovrete spostarvi di volta in volta e cercare un nuovo lavoro in un’altra località, perciò quasi sicuramente impiegherete più di 3 mesi per completare i giorni richiesti.
Chiedere rinnovare il Working Holiday Visa
Tenete presente che anche per rinnovare il Working Holiday Visa non dovete aver compiuto i 31 anni di età e fa sempre fede la data in cui inoltrate la richiesta del visto e non la data di approvazione. Potete rinnovare il visto almeno 28 giorni prima della scadenza del primo Working Holiday Visa sia dall’Australia che dall’estero oppure potete farlo dopo la scadenza del visto, ma in questo caso dovete trovarvi obbligatoriamente fuori dal Paese, perché significa che vi trovate illegamente sul suolo australiano. Potete richiedere il secondo Working Holiday anche ad anni di distanza, purché rientrate nei limiti d’età, e le condizioni di lavoro e studio sono identiche al primo visto.
Cosa fare all’arrivo
Ma prima di iniziare a cercare lavoro, ci sono altre procedure da effettuare. Prima di tutto è obbligatorio richiedere il Tax File Number, una sorta di codice fiscale univoco attraverso cui il datore di lavoro versa le tasse per voi quindi è indispensabile per lavorare regolarmente con un contratto. Si richiede online, ma si può fare solo nel momento in cui siete già in Australia, quindi non dall’Italia ed è gratuito. Ricordatevi che nel momento in cui richiedete il Tax File Number, questo vi verrà inviato per posta entro 28 giorni, quindi dovete rilasciare un indirizzo australiano in cui siete certi di risiedere in questo frangente di tempo. Se alloggiate in un ostello, solitamente queste strutture offrono anche il servizio di “posta” quindi potete farlo recapitare lì.
Altri strumenti indispensabili ai fini della ricerca del lavoro sono il conto corrente bancario australiano, dove poi vi verrà accreditato lo stipendio e dove potete far trasferire del denaro dal conto italiano, e una SIM australiana. Per quanto riguarda il conto corrente bancario, gli istituti di credito più utilizzati dai backpackers sono l’ANZ e la Commonwealth: entrambi offrono gli stessi servizi, con un conto di risparmio e una carta di credito, senza alcun costo fisso mensile. Volendo potete anche già inoltrare la richiesta di apertura di conto online dall’Italia, poi vi basterà presentarvi in una delle filiali portando con voi il passaporto e ritirare la vostra carta di credito.
Per quanto riguarda la SIM ci sono varie compagnie telefoniche tra cui potete scegliere, che offrono diverse tariffe e offerte. Le principali sono Telstra, Vodafone, Optus e Virgin e i pacchetti partono da circa 10 dollari australiani al mese con tariffe scontate sulle chiamate e i messaggi, ma per avere SMS, chiamate illimitate e internet si parte da 30 dollari al mese.
Un’altra cosa molto importante, a cui spesso non si presta molta attenzione, è il corretto formato del curriculum. Se volete cercare lavoro in Australia dimenticatevi del curriculum in formato europeo, ma prendetevi del tempo prima di partire per realizzare un CV nel formato australiano, di cui trovate tanti esempi online. Se avete difficoltà, all’arrivo potete rivolgervi ad una delle agenzie che si occupano di cercare lavoro (spesso hanno anche degli uffici all’interno degli ostelli) che vi aiuteranno a compilare il vostro curriculum correttamente.
Quali lavori si possono fare
In realtà il Working Holiday Visa permette di lavorare in qualsiasi settore, ma ci sono professioni dove è più facile ottenere un lavoro. Un esempio su tutti è il settore della ristorazione: bar e ristoranti sono soliti ad assumere i backpacker ed hanno molto ricambio di personale; è difficile, anche se non impossibile, che verrete assunti in un ufficio proprio perché con il Working Holiday Visa vige la regola dei 6 mesi presso un datore di lavoro, quindi un’azienda è disincentivata a formare una persona che poi è obbligata ad andarsene dopo 6 mesi. Ma a parte la ristorazione esistono tanti altri lavori: commessi nei negozi, volantinaggio, muratori, pulizie, baby sitter, ecc. Per chi all’arrivo vuole risparmiare sull’alloggio è possibile trovare lavoro come ragazza alla pari in una famiglia, facendo piccoli lavoretti domestici e accudendo i bimbi in cambio di vitto, alloggio e una piccola paga settimanale; se invece preferite vivere in ostello potete chiedere alla struttura se hanno bisogno di personale alla reception o nelle pulizie: non riceverete uno stipendio, ma con poche ore di lavoro al giorno avrete l’alloggio gratis e in un paese caro come l’Australia potrebbe far comodo almeno all’inizio fino a che non trovate lavoro. C’è poi il lavoro stagionale nelle fattorie e su questo si potrebbe scrivere un intero articolo, ma in generale è un tipo di occupazione che non riguarda solo chi vuole rinnovare il secondo visto: è particolarmente adatto a chi vuole visitare il Paese, spostandosi lavorando da una zona all’altra, a chi non parla bene l’inglese e a chi ama le attività all’aria aperta. Alcune “raccolte” inoltre sono più remunerate di altre e non sempre si viene impiegati nei campi: presso certe aziende potreste essere incaricati del confezionamento o della selezione della frutta, lavoretti poco pesanti.
Come trovare lavoro
Trovare lavoro in Australia può essere più o meno facile a seconda del periodo, della località e dalla vostra esperienza, poi come in tutte le cose ci vuole anche un pizzico di fortuna. C’è chi trova lavoro in un giorno e chi in un mese, perciò non credete a chi dice che trovare lavoro in Australia è “troppo facile” o è “troppo difficile” perché dipende dalle situazioni e dal trovarsi al momento giusto nel posto giusto. Se cercate un lavoro nella ristorazione provvedete ad ottenere al più presto anche il certificato RSA, che serve per poter lavorare in qualsiasi ristorante o locale dove vengono serviti degli alcolici; magari potrebbe anche non servirvi mai, ma qualora faceste un colloquio in un locale e non possedete il certificato il datore di lavoro potrebbe preferire qualcun altro al vostro posto, quindi fatevi trovare pronti: in fondo il certificato RSA si ottiene con un semplice corso online in poche ore.
Appena arrivati cercate anche di crearvi dei vostri contatti e ampliare il vostro network di conoscenze: chiedete agli altri viaggiatori che sono in ostello con voi dove lavorano, come hanno trovato e se hanno consigli da darvi o magari contatti di precedenti posti di lavoro. Uno dei metodi migliori, in particolare per la ristorazione e nel commercio al dettaglio, è il classico “porta a porta”: realizzate un buon curriculum e lasciatelo nel numero più possibile di bar e ristoranti. Se non siete molto spigliati potete anche decidere di affidarvi ad un programma di lavoro presso una delle tante agenzie che aiutano i backpacker a trovare un impiego; pagate una piccola somma di denaro ma in cambio avete assistenza nell’aprire il conto corrente bancario, richiedere il tax file e ovviamente cercare lavoro.
In aggiunta ci sono i classici siti di annunci di lavoro: il più famoso è Gumtree, ma poi ce ne sono tanti altri, come Seek.
Anche la stagione in cui viaggiate è importante: è sempre preferibile arrivare prima dell’inizio dell’alta stagione, quando le attività cominciano la ricerca di personale in vista della stagione estiva piuttosto che a stagione già iniziata, quando i posti disponibili sono pochi. Ma non disdegnate nemmeno la bassa stagione, perché se è vero che magari c’è meno richiesta di personale, è altrettanto vero che la concorrenza è inferiore perché i backpacker si spostano solitamente da una zona all’altra in base alla stagione.
Gli stipendi
Il salario in Australia è proporzionato al costo della vita, ma anche se la paga minima è di 16,87 dollari all’ora potreste avere la fortuna di guadagnare di più, ma anche trovare il datore di lavoro che vuole pagarvi di meno; va detto poi che il salario minimo varia in base al tipo di settore e attività. In questo valutate in base alle vostre necessità ed esperienze, a volte è meglio comunque accettare una paga un po’ più bassa per entrare nel mercato del lavoro e farsi un po’ di esperienza e poi eventualmente cambiare: ricordatevi che il mercato del lavoro australiano è molto elastico e potrete anche fare più lavori contemporaneamente e in caso dare le dimissioni e trovare un altro posto di lavoro con facilità. Fate attenzione a quei lavori che si basano sulle commissioni e che vi promettono grandi guadagni, ma che poi nella realtà difficilmente si conseguono.
La superannuation
La superannuation non è altro che la pensione australiana. Ogni datore di lavoro è obbligato a versare una percentuale dello stipendio al fondo pensionistico e se lavorate con un visto temporaneo in Australia, che può essere un Working Holiday Visa, ma anche uno Student Visa per fare poi ritorno al vostro Paese avete il diritto a richiedere la restituzione dell’importo versato come Superannuation; per procedere con la richiesta dovrete aver lasciato l’Australia e il vostro visto temporaneo deve essere scaduto. Trascorsi 6 mesi dal vostro rientro in Italia, i fondi vengono trasferiti all’ATO (Australian Taxation Office); la procedura è gratuita e basta compilare il modulo DASP sul sito dell’ATO per riavere i fondi.
Lo Student Visa
Per gli over 31 o per chiunque pensi di stabilirsi definitivamente in Australia, ma non ha uno sponsor è possibile comunque fare un’esperienza nella terra dei canguri iscrivendosi ad un corso. Ce ne sono numerosi, con vari prezzi e durata. In questo caso il visto è della stessa durata del corso, ma esistono anche alcuni corsi che consentono poi di restare per uno o due anni una volta terminati gli studi per cercare lavoro in Australia. Con il visto da studenti è possibile lavorare per un massimo di 20 ore settimanali durante gli studi e a tempo pieno (40 ore) durante le vacanze scolastiche.
Trasferirsi definitivamente
In questo caso il discorso si fa più complesso perché per chi vuole restare l’unica soluzione è essere sponsorizzati, ma per ottenere lo sponsor è indispensabile che la propria professione compaia nella lista CSOL (Consolidated Sponsored Occupational List), che potete consultare online sul sito del governo australiano. Esiste poi anche un’altra lista, chiamata SOL (Skilled Occupation List), dove invece figurano i mestieri più ricercati dal Paese, tra cui compaiono ingegneri, medici, veterinari, ecc. per i quali non è necessario avere uno sponsor, bensì una serie di certificazioni, esperienza lavorativa e la conoscenza della lingua inglese (certificato IELTS). È un sistema che va a punteggio e più il vostro punteggio è alto più è probabile ottenere il visto; nel punteggio vengono considerati altri fattori, come l’età.
Autore
Marco Togni
Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 15 anni fa. Mi piace viaggiare, in particolare in Asia e non solo, e scoprire cibi, posti e culture. Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi. Seguito da più di 2 milioni di persone sui vari social (Pagina Facebook, TikTok, Instagram, Youtube).