Iditarod Dog Race
Il suo nome completo è Iditarod Trail Sled Dog ed è una gara annuale dove a partecipare sono i cani da slitta, si svolge generalmente nel mese di marzo da Anchorage a Nome, nella bellissima Alaska.
Un po’ di storia
L’Iditarod ha inizio nel 1973 ed ha le caratteristiche di un evento atto a testare i migliori cani da slitta. Con il tempo questo semplice evento è diventata una gara molto competitiva. La competizione copre un percorso di 1049 miglia all’interno delle aree desertiche dell’Alaska. L’ultimo record è del 2011 con il team di John Baker che ha impiegato un tempo di 8 giorni, 19 ore, 46 minuti e 39 secondi. Nel 2012 invece il musher (con questo nome si identificano i conducenti delle slitte da neve) Dallas Seavey ha vinto aggiudicandosi anche il record per il più giovane vincitore.
Nel periodo della gara la cittadina di Nome ospita circa 1.000 visitatori.
Le condizioni climatiche
Nel mese di marzo non si può dire che in Alaska ci sia la primavera, anzi le temperature sono piuttosto rigide. Le squadre attraversano bufere di neve e temperature proibitive. La cerimonia di partenza si tiene nella città di Anchorage. Dopodiché si ha l’avvio ufficiale nella vicina città di Willow. Originariamente la partenza fu da Wasilla ma dal 2008 a causa della scarsità di neve l’avvio ufficiale è stato spostato definitivamente a Willow. Il percorso va da questa cittadina fino a Rainy Pass verso l’interno. Si attraversano zone dove la vita umana è rara, e si prosegue lungo la riva del mare di Bering per giungere a Nome, nella parte occidentale dell’Alaska. La partenza è dal centro cittadino ma il percorso vero e proprio passa per luoghi molto poco abitati, villaggi sperduti tra colline e valichi. Si attraversano vari tipi di paesaggio: foreste di abeti, tundra, fiumi, colline etc.. L’Iditarod è nell’immaginario collettivo una delle tradizioni più radicate in Alaska e celebra la figura del musher. Infatti le gare sono molto seguite e i musher diventano dei beniamini della popolazione insieme ovviamente ai cani da slitta. Dagli anni 70 ad oggi la gara quindi ha attirato sempre più pubblico e sempre più musher stranieri, tanto che nel 1992 ci fu il primo vincitore internazionale: Martin Buser. La prima donna invece a vincere questa gara è stata Riddles Libby nel 1985.
Il nome Iditarod potrebbe significare “luogo lontano“, proviene dalla città di Iditarod che è la partenza di uno dei primi quattro percorsi istituiti nel 1978. Questa città era in realtà un villaggio prima di divenire un vero e proprio distretto minerario e poi trasformarsi in una città fantasma.
Antichi percorsi
Parte del percorso odierno dell’Iditarod deriva dall’Iditarod trail, ovvero una lunga serie di percorsi e sentieri conosciuti già ai nativi dell’Alaska. Questi sentieri raggiungono il proprio apice di traffico dal 1880 al 1920 quando in Alaska arrivarono tantissimi minatori. I collegamenti primari erano rappresentati dalle navi a vapore durante l’estate, ma durante l’inverno si sostituirono i cani da slitta. Le prime slitte consegnavano la posta, la legna da ardere, cibo, pellicce, insomma di tutto e arrivavano fino all’interno. Questo tipo di mezzo di trasporto è resistito fino al 1960, quando le slitte sono andate in pensione perchè sostituite dalle motoslitte.
Il mushing, sport popolare
Durante questa fase in cui la slitta era molto in voga il mushing rappresentava uno sport popolare. La prima maggiore competizione si ebbe nel 1908 ed era da Nome a Candle (657 km). Con questo concorso furono introdotti i primi husky siberiani, una razza che per associazione si rimanda sempre alle gare tra slitte. Dal 1910 in poi questa razza diventa il cane da slitta per antonomasia soppiantando i meticci che venivano addestrati per trainare. Le gare vennero bloccate nel 1918 a causa della Prima Guerra Mondiale. Un episodio molto famoso legato alla figura del mushing ci fu nel 1925 quando si tenne quella che viene ricordata come la “Grande corsa della Misericordia”. In quell’anno infatti un’epidemia di difterite minacciava i bambini nativi. Solo l’antitossina poteva scongiurare l’epidemia, ma si trovava a Anchorage. Dopo le morti dei primi bambini Nome fu messa in quarantena, ma la città non era direttamente collegata a Anchorage. Infatti quest’ultima era collegata tramite ferrovia a Nenana. Il maltempo non rendeva possibile volare né tanto meno alle navi di attraccare a causa degli iceberg. L’unica soluzione era mandare slitte trainate da cani per prelevare l’antitossina necessaria a scongiurare il diffondersi dell’autopsia. A completare la corsa alla antitossina fu Balto che fu per questo venerato come un’eroe. A lui è stato dedicato anche un film d’animazione. Una statua di Balto è eretta al Central Park di New York.
Una prima Iditarod Trail si è tenuta nel 1967 ed ha coperto 25 miglia vicino ad Anchorage, si chiamava Iditarod Trail Seppala Memorial, in onore di Leonhard Seppala che era il musher della slitta guidata da Balto.
Il percorso
Il padre della Iditarod Trail Sled Dog è Joe Redington che istituì la gara insieme a due insegnati co-fondatori Gleo Huyck e Tom Johnson. I tre iniziarono nel 1972 a organizzare la prima di una lunga serie di Iditarod Trail Sled Dog. Intorno all’organizzazione si è mossa una raccolta fondi di 51.000 dollari. Alla gara parteciparono ben 34 musher, solo 22 completarono la gara.
Il percorso principale si estende per ben 1.510 km, ma l’intera rete di ramificazioni e sentieri vari copre una distanza di 2.450 miglia. Ad eccezione della parte iniziale la gara segue il percorso storico che in realtà è bipartito.
Di fatti si compone di due percorsi diversi: un percorso a nord negli anni pari, un percorso a sud negli anni dispari. Entrambi i percorsi seguono la stessa pista da Anchorage a Ofir dove poi divergono per ricongiungersi solo a Kaltag. Il percorso nord è stato usato fino al 1977 quando l’itinerario del sud non veniva usato per non disturbare la popolazione riunita in piccoli villaggi. A parte quest’aggiunta il percorso negli anni è rimasto granchè immutato.
A nord attualmente ci sono 26 punti di controllo, mentre a sud ve ne sono 27. I musher acquistano tutti i materiali per la partenza ad Anchorage, si tratta per lo più di beni di consumo ed equipaggiamenti vari (proiettori, batterie, lampade, radio, strumenti per la riparazione delle slitte). Durante la gara vi sono tre pause forzate che ogni musher deve compiere: 24 ore di sosta in ogni posto di blocco, otto ore di sosta presso un qualsiasi posto di blocco dello Yukon e otto ore di sosta presso White Mountain.
La gara parte il primo sabato di marzo ed il primo posto di blocco è il Fourth Avenue nel centro di Anchorage. La partenza è una delle parti della gara più emozionanti poiché è una delle poche in cui vi è un pubblico ad incitare i musher e i cani. Infatti l’inizio gara rappresenta l’unico punto in cui la corsa si snoda dentro una città. Tuttavia nonostante l’eccitazione popolare a molti musher proprio la partenza non va a genio poiché temono che la confusione e la folla possa innervosire gli animali.
Dopo la partenza si prosegue poi per le colline di Anchorage, nel Parco Chugach State in montagne Chugach. Si raggiunge poi Eagle River, a 32 km di distanza. Le squadre seguono quindi Glenn Highway.
Durante le prime due gare nel 1973 e nel 1974, le squadre attraversavano le zone fangose di Cook Inlet a Knik, ma questo percorso è molto pericoloso poiché le temperature sono molto rigide quindi con il tempo è stato deciso di abolirlo.
I primi 160 km da Willow attraversano i posti di blocco nella stazione di Yentna fino ad arrivare alla stazione di Skwentna. Da qui il percorso segue il fiume Skwentna nella parte meridionale della Alaska fino a Finger Lake, da questo lago si arriva poi al Rainy Pass. Nella zona del lago Puntilla il percorso diventa abbastanza difficile poiché bisogna attraversare una stretta gola. Rainy Pass rappresenta forse uno dei punti di arrivo più difficoltosi per quanto concerne l’intero percorso. Negli anni molti sono stati i casi di slitte che sono andate fuori percorso e cani feriti. Dal Rainy Pass il percorso si snoda per la montagna per arrivare sempre più all’interno dell’Alaska. Questo tratto del percorso è quello dove si incontrano le condizione atmosferiche più proibitive, vi sono infatti spesso bufere di neve molto violente. Il vento purtroppo cancella anche il sentiero rendendo difficile per i musher riconoscere la via. Il sentiero verso il Gorge Dalzell è considerato come il peggior tratto del percorso. Il percorso qui diviene ripido e dritto, inoltre si scende per ben 300 metri e c’è poca trazione infatti le squadre sono difficili da controllare. Si prosegue poi lungo il fiume Tatina, altro tratto abbastanza pericoloso.
Rohn è il check point successivo e si trova in un bosco di abeti rossi. Un posto abbastanza isolato e poco battuto dal vento. Qui i musher possono avere dalle 4 alle 8 ore di pausa. Dal Rohn si prosegue lungo il fiume Kuskokwin dove l’acqua congela rendendo il percorso pericoloso. Dopo 72 km da Rohn, il sentiero lascia il fiume e passa nel Masterizza Farewell. Si arriva quindi fino a Nikolai, un villaggio in Athabaskan sulle rive del fiume Kuskokwim. È il primo dei villaggi nativi ad essere utilizzato come check point. Il percorso segue poi il sentiero a sud del Kuskokwim fino ad arrivare alla città mineraria di McGrath. Dopo è la volta di Takotna, un centro noto anche durante la celebre corsa all’oro. Si giunge quindi alla città fantasma di Ophir.
Il percorso Nord e il percorso Sud
Il percorso nord veniva utilizzato durante i primi anni della Iditarods. Poi finalmente si è aggiunto un tratto a sud che passa proprio per la nota città di Iditarod. Ma i due percorsi in realtà distano solo di 16 km. Il percorso a nord passa da Cripple, da Anchorage e da Nome. L’itinerario del sud invece passa attraverso la città fantasma di Iditarod che rappresenta l’alternativa a metà strada. I venti in questo tratto sono molto forti e possono cancellare il sentiero. Ci sono stati su questo percorso molti casi di allucinazioni a causa delle difficili condizioni atmosferiche.
Nei primi anni della Iditarod, l’ultimo tratto era un percorso abbastanza facile. Negli ultimi anni che la gara si è fatta più competitiva, anche l’ultimo tratto è diventato più difficile.
Dal Unalakleet, il cammino si snoda attraverso le colline fino al villaggio di Shaktoolik della popolazione nativa degli Inupiat. Prima del gran finale tutti i musher devono far riposare i loro cani a White Mountain. L’arrivo ufficiale è presso il Red Trail “Fox”, monumento Olson, ovvero un arco di legno. Appesa all’arco resta la nota “Lampada della vedova” ovvero una lampada a petrolio accesa quando un musher era in viaggio per trasportare posta o merci. L’ultimo musher arrivato viene chiamato Red Lantern.
Dopo l’arrivo del vincitore viene organizzato un banchetto con tanti gadget per i partecipanti.
I partecipanti
Più di 50 musher partecipano ogni anno alla gara. La maggior parte di questi provengono dall’Alaska Sud e Centrale, alcuni sono canadesi, altri provengono dall’estero e pochi provengono dalle città, molti invece sono cresciuti in villaggi. Molti guadagnano con la vendita stessa dei cani da slitta e molti altri invece sono legati anche economicamente alla gara, a causa di sponsor o altro. Alcuni non sono veri e propri musher di professione ma solo dilettanti che si guadagnano da vivere cacciando, pescando e facendo lavori umili. In questi anni si sono avvicendate parecchie categorie professionali tutte diverse tra loro, dai chirurghi ai biologi passando per gli uomini d’affari.
Per la qualificazione i musher devono superare un’ardua selezione che passa per tre gare di minor livello. Sono tenuti anche a conoscere i cani, a saper dare loro assistenza e a dimostrare le loro competenze tramite un test. Di buono c’è che non vengono ammesse persone denunciate per abbandono di animali o maltrattamenti. Dal 2006 partecipare alla gara contando costo di affitto dei cani, iscrizione, mantenimento e spese simili costa intorno ai 20.000/30.000 dollari. I team più moderni spendono molto per la cura degli animali, dall’alimentazione al soccorso in caso di problemi o fratture degli animali.
I cani in gara
I primi cani da slitta sono stati allevati dalle popolazioni indigene dell’Alaska. Furono poi incrociati con altre razze come i segugi, i setter, i pastori tedeschi e anche i lupi. La domanda dei cani da slitta salì alle stelle durante il 19° secolo a causa della fantomatica “corsa all’oro”. Gli husky siberiani vengono introdotti a partire dal 20° secolo e diventano il simbolo dei cani da slitta. Sono infatti veloci e robusti ma soprattutto in grado di resistere al freddo. Già dal 1984 tutti i cani che affrontano le gare vengono controllati da un equipe di esperti. Talvolta vengono monitorati anche con microchip e collari speciali. Ogni volta che il musher passa per un check point per far riposare i cani questi vengono controllati ed attentamente monitorati. Durante le gare spesso i cani vengono sedati per resistere meglio al freddo e al dolore muscolare. Ogni team comprende dai 12 ai 16 cani. I musher sono tenuti a mantenere una sorta di diario sulle condizioni veterinarie dei cani. I cani che non riescono a completare il percorso vengono portati a Nome dai volontari che monitorano la gara per evitare incidenti. Purtroppo negli anni di incidenti ne sono capitati tanti, compresi congelamenti.
Le critiche dai movimenti animalisti
Gli attivisti dei movimenti animalisti ritengono che la Iditarod non sia affatto una commemorazione della Corsa della Misericordia ma solo uno sfruttamento degli animali. Oggi i cani vengono monitorati ma in passato molti sono stati feriti e molti sono morti durante le gare. È criticata inoltre la pratica di legare i cani con le catene in modo da farli rimanere incanalati. I movimenti animalisti sono preoccupati del fatto che i cani vengono spinti oltre le loro capacità fisiche solo per la sete di vittoria dei musher. Molti veterinari invece si sono dimostrati critici nei confronti delle cure che i cani ricevono durante la gara. Per molti esperti non sarebbero cure ma semplici tentativi di sedare gli animali per farli rendere di più.
Le vittorie e le curiosità
La prima gara nel lontano 1973 è stata vinta da Dick Wilmarth in soli 20 giorni.
Rick Swenson è stato il primo a vincere cinque gare consecutivamente nel 1982.
Nel 1985 Riddles Libby è stato il solo musher ad affrontare una bufera di neve, diventando la prima donna a vincere la gara.
Susan Butcher si ritirò dalla corsa dopo che due dei suoi cani sono stati uccisi da un alce, ma è diventata vincitrice l’anno dopo, fu la seconda donna a vincere.
Doug Swingley del Montana è stato il primo non abitante dell’Alaska a vincere la gara, nel 1995.
Martin Buser, svizzero trasferitosi in Alaska ha vinto nel 1979.
Nel 2003 ha vinto il norvegese Robert Sorlie divenne il primo non residente negli Stati Uniti a vincere la gara.
Nel 2007 Lance Mackey è diventato il musher che ha vinto sia la Yukon Quest che l’Iditarod nello stesso anno. Ha replicato nel 2008
La “Harness d’oro” è un premio che va al cane più influente o ai cani più forti della squadra. Babe, il cane guida di Ramey Smyth, ha guadagnato ben 9 premi terminando la sua carriera a 11 anni.
Foto
Creative Commons Bering Land Bridge National...
Creative Commons Frank Kovalchek
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Autore
Marco Togni
Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 15 anni fa. Mi piace viaggiare, in particolare in Asia e non solo, e scoprire cibi, posti e culture. Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi. Seguito da più di 2 milioni di persone sui vari social (Pagina Facebook, TikTok, Instagram, Youtube).