Dogana negli Stati Uniti
Per molti viaggiatori l’arrivo in aeroporto è fonte di felicità e gioia, ma anche di un po’ di ansia, specialmente quando la meta sono gli Stati Uniti. Sappiamo infatti che i controlli alle dogane statunitensi sono più severi rispetto ad altri Paesi e quindi è bene conoscere le norme e sapere cosa è concesso portare e cosa no, per non rischiare sanzioni e in alcuni casi persino l’espulsione. Una delle procedure più temute è il famoso passaggio al controllo passaporto, dove si viene interrogati dagli agenti di immigrazione, un processo che in realtà è piuttosto semplice ma che può diventare un pochino più complesso per chi non parla bene inglese o per chi soggiorna per lunghi periodi. È vero che ci sono stati casi in cui è stato vietato l’ingresso nel Paese, ma se rispettate la legge e non cercate di fare i “furbetti” non avete nulla da temere.
Prima di scendere dall’aereo però, il personale di bordo vi fornirà un modulo da compilare e da consegnare poi in dogana: vediamo di cosa si tratta.
Dichiarazione doganale
Anche se vi sembrerà un modulo banale, ricordate che la dichiarazione doganale ha a tutti gli effetti un valore legale, quindi è importante compilarla con esattezza. È sufficiente un solo modulo per famiglia o per gruppo di viaggiatori.
La dichiarazione si compone di varie parti:
- dati personali. Nella prima parte dovete inserire nome e cognome (di uno solo dei membri della famiglia o del gruppo), data di nascita, il numero delle persone che viaggiano con il capofamiglia/capogruppo;
- l’indirizzo che avrete negli USA, con anche il nome dell’hotel se alloggiate in una struttura alberghiera o del proprietario di casa se siete in appartamento; va poi segnalata anche la città e lo Stato;
- dettagli del passaporto, con il numero e lo Stato un cui vi hanno rilasciato il passaporto e la Nazione di residenza;
- informazioni sul viaggio, ovvero il nome del Paese che avete eventualmente visitato prima di atterrare negli Stati Uniti (anche gli scali), il numero del volo e il nome della compagnia aerea con cui avete volato; infine dovete segnare con una crocetta se siete in viaggio di lavoro oppure no.
La sezione che segue è invece dedicata a prodotti e denaro che portate negli Stati Uniti. Con un sistema a crocette dovete segnalare se avete con voi:
- Articoli quali frutta, piante, verdure, semi, insetti, carne, animali e insaccati/salumi, agenti patogeni, colture cellulari, lumache e terra. Vi viene inoltre chiesto se avete visitato fattorie o allevamenti prima di arrivare negli Stati Uniti e se siete stati a contatto con del bestiame. Ricordatevi che è vietato importare i prodotti elencati in precedenza negli Stati Uniti.
- Denaro per un valore superiore a 10.000 dollari o equivalente in valuta straniera; oltre a banconota e moneta sono da conteggiare assegni, traveller cheque, azioni e obbligazioni. Non esistono restrizioni sull’importo di denaro che potete portare negli Stati Uniti, quindi non è illegale portare con sé una somma superiore a 10.000 dollari, ma dovete obbligatoriamente dichiararla.
Infine, nell’ultima parte, vi si chiede se avete merce di natura commerciale (ad esempio dei campioni o articoli da vendere) e, se sì, a quanto ammonta il valore della merce che saranno venduti o lasciati negli Stati Uniti. I turisti devono dichiarare tutto ciò che rimarrà negli USA, persino i regali. Ogni prodotto va elencato in un’apposita tabella, inserendo anche il prezzo. In fondo al modulo trovate poi lo spazio apposito per la firma.
Cosa si può portare e cosa è vietato
Oltre agli articoli indicati sopra, esistono tanti altri oggetti che è vietato trasportare e introdurre negli Stati Uniti. È bene sempre controllare le liste di articoli vietati perché i bagagli possono essere aperti e soggetti a controllo dalle autorità al momento dell’arrivo quindi è meglio prepararsi.
Molti prodotti rientrano anche nelle categorie di articoli vietati dalle compagnie aeree, come liquidi e materiale infiammabile o contenente alcol; per quanto riguarda le bevande alcoliche ogni Stato americano ha leggi diverse quindi potrebbero essere vietate o limitate ad una certa quantità. Automobili, beni culturali (quadri e sculture ad esempio), armi da fuoco e munizioni sono permessi solo a determinate condizioni e se si possiede un’autorizzazione.
È bene inoltre ricordare che nel bagaglio a mano ogni contenitore di liquido o gel non deve superare una capacità di 100 ml, tranne in alcuni casi specifici, che vanno comunque dichiarati alla partenza: ad esempio il latte per i bambini e altri prodotti alimentari destinati ai neonati, e i farmaci con l’accompagnamento di un certificato medico e conservati nella confezione originale. La categoria dei medicinali è una questione molto delicata perché sebbene di norma alcuni farmaci e sostanze siano vietati, come i sedativi, antidepressivi e la marijuana, possono essere portati in quantità limitata e con prescrizione medica. Lo stesso discorso vale per le strumentazioni mediche e i prodotti di ricerca o farmaceutici, come ad esempio tessuti animali, virus, batteri e funghi, che richiedono un permesso speciale.
Altre categorie di prodotti vietati o per i quali è richiesta una licenza sono:
- Prodotti ad uso militare, come software o tecnologie e progetti;
- Copie di beni tutelati da diritto d’autore;
- Articoli provenienti da paesi soggetti ad embargo, quali Iran, Myanmar, Cuba e parte del Sudan, ad eccezione di souvenir, oggetti personali, film, riviste o materiale simile.
Per quanto riguarda i cibi, esistono divieti per frutta, verdura e carne e prodotti che li contengono, quindi per esempio anche le zuppe confezionate. È possibile invece portare alcuni prodotti come caffè, tè, miele, condimenti tra cui aceto e olio, mentre per i prodotti da forno e i formaggi sono previste delle limitazioni.
Una nota a parte merita il discorso degli animali domestici. Sebbene possano essere portati negli Stati Uniti, devono essere in buona salute. Se per i gatti non è necessario un certificato di vaccinazione, per i cani questo è invece obbligatorio. Ma su questo punto è bene informarsi sulla dogana dello Stato che si visita, poiché ciascuno ha la propria regolamentazione.
Per quanto riguarda le sigarette, è possibile portarne entro un certo limite (attualmente 200) e ai fumatori consiglio vivamente di portarle, dato che in alcune città, come New York, sono molto più costose rispetto all’Italia. Tenete presente che queste regole valgono non solo quando arrivate nel Paese in aereo, ma anche via terra, perciò se ad esempio fate un’escursione di due giorni in autobus alle Cascate del Niagara e oltrepassate il confine con il Canada, al rientro verrete fatti scendere dal mezzo per il controllo alla dogana: i bagagli vengono ispezionati e passerete nuovamente al desk dell’immigrazione.
Il controllo passaporto
Il passaggio al controllo passaporto mette sempre un po’ di ansia nei viaggiatori, ma non avete nulla da temere. Una volta scesi l’addetto allo smistamento vi indicherà in quale fila dovete posizionarvi ad attendete il vostro turno. Anche se l’attesa è lunga tenete presente che in questa zona (cos’ come nella sosta successiva alla dogana) non è consentito fare fotografie e usare il telefono, quindi evitate di chiamare o mandare sms agli amici o alla famiglia per avvisare che siete arrivati. Se viaggiate con la famiglia o in coppia, potete dirigervi al desk insieme. Una volta che sarete di fronte all’agente di immigrazione vi verrà chiesto il passaporto e l’ESTA. Se siete in vacanza solo una o due settimane vi verranno fatte alcune semplici domande, ad esempio quanto tempo vi fermate, dove alloggiate, il motivo del vostro viaggio, se è la prima volta che viaggiate in America e se avete parenti o conoscete qualcuno nel Paese. Va detto che ci sono agenti più pignoli di altri, quindi c’è chi vi farà solo un paio di domande e chi invece vi chiederà informazioni anche sul vostro lavoro, su chi paga il viaggio, quanti soldi avete, ecc. Un po’ più lunga è la procedura per chi ha un visto o per chi si ferma un lungo periodo. Un consiglio che mi sento di darvi è di rispondere in maniera concisa e sicura alle domande: non tergiversate, non aggiungete informazioni che non vi vengono richieste e rispondete in maniera ferma, senza pensarci troppo. In poche parole non fate sì che l’agente sospetti che vi state inventando le risposte o che cambiate discorso per nascondere qualcosa. Diciamo che la cosa che più preme all’immigrazione è assicurarsi che chi arriva sul suolo americano non lavori illegalmente e non sia lì per rimanere clandestinamente nel Paese, quindi a chi resta a lungo o a chi ha un visto studente consiglio di munirsi di tutta la documentazione per mostrare di avere la disponibilità finanziaria sufficiente a mantenersi senza lavorare per tutto il periodo.
Al termine del colloquio vi vengono prese le impronte digitali e scattata una fotografia.
ACP: Automated Passport Control
Una delle ultime novità in fatto di controllo passaporti è l’APC, ovvero l’Automated Passport Control, nato proprio per accelerare la procedura di ingresso negli Stati Uniti. In sostanza nell’area che precede i desk degli agenti di immigrazione sono disposte delle macchinette automatiche dove è possibile scansionare il passaporto, prendere le impronte digitali, fare la foto e rispondere ad alcune domande di verifica delle informazioni personali e sul viaggio. La procedura è disponibile anche in italiano e anche in questo caso se si viaggia in gruppo o con la famiglia è possibile fare un’unica operazione. Al termine, viene stampata una ricevuta che va presentata al desk. Possono usufruire di questo servizio, oltre ai cittadini americani, tutti i visitatori che entrano nel Paese con il Wisa Waiver Program (viaggio senza visto), a condizione però che siano entrati negli USA almeno una volta dal 2008.
L’APC non è ancora disponibile in tutti gli aeroporti del Paese, ma è già attivo nelle principali destinazioni, come New York (JFK), Los Angeles, San Francisco e Miami. Questa procedura non vi evita il colloquio con l’agente di immigrazione, ma se non altro è molto semplice e riduce i tempi di attesa. Una volta superato il controllo il funzionario vi pone il timbro sul passaporto e non vi resta che andare a ritirare il bagaglio.
Il passaggio alla dogana
Dopo aver ritirato la valigia, la tappa prima dell’uscita è la dogana. Qui trovate due corsie, una verde su cui trovate il cartello “Nothing to Declare” (Niente da Dichiarare), e una rossa segnalata da “Goods to Declare” (Beni da Dichiarare). In questo punto dovete consegnare la dichiarazione doganale e, anche se passate dalla corsia verde dove non avete niente da dichiarare, vi può essere richiesto di aprire la valigia per un’ispezione, altrimenti potete proseguire verso l’uscita e godervi finalmente il vostro viaggio negli Stati Uniti!
Autore
Marco Togni
Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 15 anni fa. Mi piace viaggiare, in particolare in Asia e non solo, e scoprire cibi, posti e culture. Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi. Seguito da più di 2 milioni di persone sui vari social (Pagina Facebook, TikTok, Instagram, Youtube).