Diario di viaggio di Alberto in Giappone
In questa pagina il diario inviato da Alberto Bracco, vi invito a visitare il suo sito: http://albyphoto.altervista.org/
Potete contattare alberto scrivendo a legendalby@hotmail.it
Salve a tutti! Innanzitutto mi presento, mi chiamo Alberto Bracco, ho 21 anni ed abito in un paesino vicino a Torino. Ho da sempre avuto la passione per il Giappone e da quando ho scoperto il fantastico sito di Marco Togni ho trovato il coraggio di prendere e partire senza rimpianti!
Ho deciso di partire e viaggiare da solo, non perché non apprezzo la presenza di compagni di viaggio, ma semplicemente perché volevo mettermi alla prova con me stesso… e poi diciamo la verità, a volte da soli si ha una libertà che difficilmente si trova nella vita di tutti i giorni, sopratutto in un viaggio dall’altra parte del mondo.
Ho iniziato ad organizzare questo mio viaggio intorno a Novembre 2010. Dopo diversi mesi passati a leggere articoli su internet, un bel giorno mi alzo dal letto e mi balena in mente un idea folle… partire per il Giappone! Così vado a guardare i vari voli su internet, passo fisicamente 3 ore al computer, in una ricerca frenetica e morbosa, quando finalmente trovo qualcosa d’interessante! Dopo circa qualche pico-secondo acquisto i biglietti e tanti saluti a tutti! Con il mio gesto impulsivo e poco ragionato, finalmente posso andare in Giappone!!
La partenza è fissata per l’8 Gennaio 2011 ed il ritorno è programmato per il 18 Gennaio… 10 giorni nella terra del sol a levante mi attendono (che poi effettivi, sono 8 giorni).
La Tokyo Tower. © Alberto Bracco.
Passano i mesi (molto lentamente) e finalmente è arrivato il fatidico giorno del giudizio… è il 7 gennaio, sono le 22… mi sdraio sul letto dopo aver preparato la valigia ed inizio a fissare il soffitto, domani mattina alle 4 devo alzarmi.
Suona la sveglia, ma io sono più sveglio di lei, non ho chiuso occhio per tutta la notte. Prendo la macchina e mi avvio verso Torino. Dopo circa mezz’ora arrivo alla fermata dell’autobus e parto in direzione Milano Malpensa.
Arrivato in aeroporto cerco il mio volo e faccio il check in, all’andata utilizzo la compagnia aerea scandinava.
Dopo i vari controlli di sicurezza finalmente parto… ma la destinazione non è ancora Narita, prima devo fare scalo a Copenaghen. dopo circa tre ore di volo (che tra l’altro è la mia prima volta in aereo) arrivo nell’aeroporto della capitale della Scandinavia.
Inizio a cercare il mio gate e dopo circa dieci minuti di camminata inizio a scorgere i primi giapponesi. Subito ovviamente li noto dall’ordinatissima coda, mi metto anch’io dietro ed attendo. Trovo i primi piccoli problemi, il posto che è segnato sul mio biglietto è sbagliato; mi fanno attendere 30 minuti, mentre io tiro giù qualche santo dalla mia testa… ma il pensiero di andare in Giappone calma tutti i miei più ardenti pensieri, così continuo ad attendere paziente.
Finalmente un tizio che parla perfettamente inglese arriva, si scusa per l’inconveniente e mi consegna tra la mani un nuovo biglietto, io contentissimo lo ringrazio e finalmente mi avvio verso il gate da cui si entra nell’aereo.
Passano i minuti nella sala d’aspetto ed io cerco di rilassarmi guardando la gente intorno a me. Vedo qualche occidentale spaesato, dei bambini giapponesi che piangono in modo disperato ed un Giapponese di mezz’età che fa stretching… che bella compagnia!
Finalmente posso entrare nell’aereo! cerco il mio posto e mi siedo comodamente, il mio vicino è un ragazzo che parla inglese, scambiamo due battute e poi finalmente si parte!
Il viaggio è stato una cosa mostruosamente lunga! non facevo altro che mangiare, bere (solo acqua tranquilli!), leggere, vedere film ed osservare passivamente la mappa della posizione dell’aereo. Faccio l’errore di bere un enorme tazza d’una specie di sostanza che le hostess chiamano caffè, ma a me sembra un solvente per vernici.
Il volo è durato la bellezza di 11 ore e 30 minuti.
Finalmente manca mezz’ora all’arrivo, inizio a chiacchierare con il mio vicino di posto e scopro che non è un turista, ma abita e lavora in Giappone. Faccio anche la conoscenza d’una ragazza Giapponese seduta vicino al mio vicino (scusate il gioco di parole) e dopo qualche scambio di battute sul questionario da compilare per entrare in Giappone, con sorpresa ci scambiamo le mail ed i numeri di telefono… non male per essere appena arrivato!
Passano in fretta gli ultimi minuti e arriva l’ora dell’atterraggio, tocco per la prima volta il terreno dopo questi 12 ore. Finalmente si esce, saluto i miei compagni di volo e mi avvio fuori dall’aereo!
Appena arrivato all’aeroporto inizio a respirare un aria nuova, noto subito una pulizia quasi morbosa ed esagerata. Faccio le varie pratiche per entrare in Giappone, mi prendono le impronte, mi fanno un orribile foto mentre esprimo la faccia più brutta del mondo ed il tizio che deve farmi entrare mi squadra da cima a fondo come se fossi un pericoloso ricercato. Io vado a dormire negli internet cafe, ma nel questionario come alloggio ho scritto un anonimo “Hotel in Shinjuku“, la mia paura era che il tizio della dogana non mi facesse passare… per fortuna è stato clemente e mi ha fatto entrare senza fare nessuna domanda, poi ho recuperato la mia valigia, trovandola leggermente rotta per via della grande dolcezza con cui le maneggiano durante il trasporto. Continuano i controlli: mi perquisiscono con perizia, poi il tizio della sicurezza mi chiede se faccio uso di droghe, io penso che neanche il più idiota del mondo risponderebbe di si… ma comunque (ovviamente) rispondo con un deciso no… il poliziotto si complimenta con me e mi concede d’entrare.
Ora sono ufficialmente in Giappone, mi avvio verso il Narita Express e prendo il biglietto del treno insieme alla Suica per risparmiare e salgo sul bellissimo treno che è in procinto di partire.
Osservo con emozione il paesaggio ed inizio a scattare le prime febbrili foto sulla carrozza.
Scendo a Shinjuku e rimango tramortito dalla scena che si prostra dinanzi a me… una marea infinita di gente che cammina all’impazzata, io cerco di mescolarmi in mezzo ad essa, con una faccia stupita da ebete, muovo i primi passi in questo nuovo e sconosciuto pianeta.
Scorci di Shinjuku. © Alberto Bracco.
L’inizio è completamente spiazzante, scopro immediatamente la differenza tra guardare attraverso Youtube e vivere direttamente l’esperienza. Faccio il grosso errore d’uscire alla prima uscita della stazione che vedo e finalmente mi ritrovo all’aperto.
Il mio primo obbiettivo è trovare un coin locker per posare la mai storpia compagna, la valigia che è mezza rotta dal viaggio. Inizio a vagare senza sapere nulla, sembro un alieno che è appena atterrato dalla sua navicella, che osserva con stupore un fervido movimento indistinto d’una massa di gente che vaga senza fine.
Cammino per un tempo indefinibile ed inizio a memorizzare la geografia del territorio. Finalmente trovo i primi coin locker ma scopro con stupore che sono tutti occupati! Cosa faccio? le alternative sono due: aspetto che se ne liberi uno oppure ne cerco altri… scelgo la seconda opzione.
Cammino, unica costante di queste prime ore, decido di prendere qualcosa da una macchinetta, ed utilizzo la Suica per pagare (non avevo moneta); mi gusto la mia prima bibita del Giappone, non sono riuscito a capire cosa stessi bevendo, però era dissetante e buona.
Dopo quasi un ora finalmente trovo un coin locker libero!! Senza farmi pregare due volte butto la mia valigia dentro ed inserisco le monetine da 100 Yen nella fessura.
Finalmente sono libero, con uno zaino sulle spalle, una macchina fotografica e tanta voglia d’esplorare… inizia la mia avventura in Giappone!
Passo le restanti ore a camminare con la bocca aperta, decido però di fermarmi un momento prendendo qualcosa da mangiare nella catena Segafredo. Appena entrato però, scopro che è completamente piena! Il mio stomaco però reclama come un bambino. Cercando tra i vari piani trovo un minuscolo posto, mi siedo e rimango a riposarmi ed a pianificare il mio futuro.
Alla sera Shinjuku ha un fascino soprannaturale! Sono le 18 e le luci iniziano a riempire la scenografia, io però sono distrutto, così decido di raggiungere un internet cafe per riposare i miei occhi stanchi, ma sopratutto per avvertire amici e parenti a casa che sono arrivato sano e salvo.
Entro con un po di timore, ma una volta entrato ogni mio dubbio viene obliato dai fatti… gli internet cafe sono un ambiente magnifico… quasi mistico!
Inizio a fare le prime pratiche, compilo un modulo (facendo aiutare dato che è completamente in kanji) e mi danno una tessera. Il tizio del bancone è uno dei pochi giapponesi che ho incontrato che parla un inglese decente e mi spiega nei dettagli come funziona il tutto. Una persona davvero gentile, sono contento d’essere venuto in questo internet cafe!
Entro nella mia stanzetta privata ed inizio ad analizzare il nuovo ambiente, un computer potentissimo è a mia completa disposizione ed un amichevole cuscino placa la mia stanchezza da viaggiatore. Inizio a scrivere all’impazzata a tutti gli amici italiani che mi capitano a tiro, finché con incredibile velocità arrivano le 23. Inizio a cercare di dormire, ma nella mia testa continuo ad immaginare il giorno che verrà… detto in poche parole il mio sonno è bello che andato e passo la mia prima notte insonne ascoltando un sonoro concerto del tizio della stanza accanto che russa con ardore.
Esco dall’internet cafe intorno alle 7 del mattino.
Shinjuku è dormiente ed un nuovo giorno è in procinto di svegliarsi. Scopro con stupore una presenza incredibile di corvi. Tokyo è completamente infestata di questi enormi uccelli neri, che depredano la spazzatura lasciata dalla sera e ti passano a pochi centimetri dalla testa mentre cammini.
Verso la fine del mio viaggio ho imparato una semplice regola: al mattino non bisogna mai strafare, sopratutto se si hanno grandi progetti per la giornata, io però quel giorno dovevo essere in un determinato posto, per assistere al Nintendo World 2011, una manifestazione organizzata dall’azienda giapponese Nintendo, dove tramite entrata completamente gratuita è possibile provare in anteprima alcuni nuovi prodotti. Per un fanatico dei videogiochi come me è un piccolo paradiso, per questo nel mio primo giorno mi imbatto per la prima volta verso un odissea con la metro… devo raggiungere una stazione ferroviaria nella periferia di Tokyo.
Un Giardino giapponese. © Alberto Bracco.
Per un principiante non è per nulla una cosa facile, ma senza perdermi d’animo incomincio la mia impresa.
Prendo la metro per raggiungere la fermata di Tokyo (quartiere), inizio subito a notare con quanta semplicità ci si muova con i mezzi pubblici giapponesi, mi perdo leggermente durante i primi minuti, ma riuscendo a mantenere la calma ed il sangue freddo.
Nella stazione di Tokyo la situazione diventa leggermente più complicata, non avevo ancora capito che la metro e le ferrovie sono gestite da compagnie differenti e per questo motivo sono leggermente spaesato. Prendo dalla mia tasca una mappa delle linee ferroviarie e dopo aver trovato la stazione che m’interessa mi dirigo verso la linea che devo prendere. Sperimento il fatto che le stazioni siano incredibilmente grandi, la linea che devo prendere è la Keiyo Line, per raggiungerla cammino per circa 600 metri.
Il treno è quasi completamente vuoto, ho preso la tratta locale che fa ogni singola fermata, ci metterò un po di più rispetto al treno rapido, ma almeno sono sicuro che si fermerà anche nella mia stazione.
Mi devo fermare alla stazione Kaihin-Makuahari… un nome decisamente difficile da pronunciare, ma che si ricorda facilmente.
Ora che sono finalmente arrivato, mi dirigo verso la mia agognata meta, il Makuahari Masse, un grande complesso per eventi, con enormi stand. Si trova in una zona decisamente fuori Tokyo e non è per niente male come luogo. Tantissimi palazzi stagliano la mia vista, molti di essi sono enormi hotel (molto costosi).
Vengo guidato da tizi che nel loro giapponese urlano ai quattro venti dell’evento, dalle loro parole comprendo solo la parola Nintendo e mi dirigo verso dove indicano con i cartelli che tengono in mano. Raggiungo il posto e mi metto in fila ad altri personaggi che sono li ad aspettare. Sono circondato da centinaia di Otaku, ragazze vestite in modi particolari, adulti e famiglie con bambini; c’erano anche dei ragazzi che avevano la faccia incollata alla loro console portatile e persino quando la coda avanzava, loro da veri intrepidi (o assatanati XD) sono sempre rimasti a giocare senza mai interrompere!
Mi guardo in giro e sono l’unico Gaijin nei paraggi, faccio finta di conoscere il giapponese rispondendo con un sonoro “Hai” ad un tizio della sicurezza che mi dice qualcosa… forse mi ha detto di non fare video o fotografie, chissà… intanto io di foto ne ho fatte parecchie! :)
Giro per i vari stand e passo tutta la mattina a giocare ed a fare lunghissime code d’attesa. Non c’è però moltissima gente, forse perchè è il terzo giorno della manifestazione… in ogni caso ho aspettato almeno un ora per giocare ad alcuni titoli. Chiacchiero con un tizio della nintendo e mi complimento per l’organizzazione e poi decido d’uscire per fare pranzo. Non ho mangiato nulla per colazione (tranne un te verde riscaldato preso da una macchinetta), così mi butto al primo ristorante che mi capita a tiro. Mangio un ottimo riso al curry e sperimento per la prima volta la gentilezza che normalmente si trova nei ristoranti giapponesi… il cibo è davvero ottimo! Esco fuori dal ristorante sazio e soddisfatto.
Mi faccio ancora un giro per i dintorni di quest’area, da una mappa scopro che se cammino per circa un chilometro posso raggiungere una spiaggia, cammino per 30 minuti, ma poi il vento mi impedisce di proseguire… soffiava ad almeno 100 Km/h!! in compenso faccio qualche foto molto bella ad uno stadio di baseball.
Torno alla stazione e decido di dirigermi verso il quartiere di Tokyo.
A questo punto mi sento decisamente più a mio agio nel muovermi con i mezzi pubblici giapponesi, è davvero incredibile a come ci si abitui in fretta ad un nuovo ambiente. Sul treno un sonno mortale m’assale, riesco a resistere e dopo circa mezz’ora scendo alla mia stazione.
Mi perdo per qualche secondo nella stazione (tanto per cambiare), ma alla fine seguendo l’ondata di gente riesco ad uscire senza problemi.
Il quartiere di Tokyo è davvero carino, la parte fuori dalla stazione è circondata da enormi grattacieli… peccato che la stazione sia un enorme cantiere, spero che quando ritornerò abbiano finito i lavori!
Mi dirigo verso il parco della casa dell’imperatore, l’atmosfera che si respira è decisamente più rilassante e finalmente ho modo di stare un poco tranquillo. Le mie preoccupazioni svaniscono nella bellissima armonia del parco, la camminata che faccio, malgrado sia lunga, non mi da nessuna fatica e scatto qualche foto in completa armonia con l’ambiente. Oltre a visitare la natura del posto, entro in qualche negozio, nei centri commerciali vicino alla stazione. Io non sono un tipo da negozi, però in Giappone trovo carino girare alla ricerca di stranezze e cose che in Italia normalmente non si trovano. I negozi che visito però non mi offrono nulla di particolare, tranne il fatto di stare al caldo per qualche ora e di poter iniziare a pensare alla mia prossima destinazione.
Prendo la JR line in direzione di Shibuya, è da quando sono arrivato che sono incuriosito da questo quartiere e sinceramente non vedevo l’ora di visitarlo.
Non rammento quanto tempo ci ho messo ad arrivare, ma ricordo con emozione la prima volta che ho visto dal vero l’incrocio più famoso del mondo! Mi fermo un attimo a fotografare la statua del cane Hachiko e poi mi butto nella folla… è davvero emozionante attraversare la strada nell’incrocio davanti alla stazione… con centinaia di persone che avanzano verso di te.
Giro per le strade del centro per tutto il resto del giorno. Osservo ogni singolo angolo e vedo gente di tutti i tipi… vengo anche fermato da un ragazzo di colore, mi dice in inglese d’andare al suo negozio per comprare… io declino l’offerta e lui mi da un volantino. In Giappone camminando per strada credo di aver preso un numero sufficiente di fogli e volantini da poter tappezzare la cupola di San Pietro! Per non parlare dei fazzoletti… sono arrivato a casa con la borsa colma di queste cose! Non sempre però i fazzoletti pubblicitari vengono dati, di solito, se vedono che sei straniero cercano ancora di evitarti per non sprecare la pubblicità. :)
Arriva la sera e decido di mangiare cena a Shibuya… sono curioso d’assaggiare una pizza fatta in Giappone, per questo mi fermo in un ristorante-pizzeria. A parte il prezzo della pizza che è leggermente superiore ad i prezzi italiani (in generale) devo dire che non è male… mi sorseggio anche una birra giapponese decisamente buona e poi esco per andare in direzione della stazione. Il resto della serata la passo camminando per Shinjuku ed ascoltando personaggi che suonano per strada.
Dopo una notte all’internet cafe arriva il terzo giorno della mia avventura. Questa notte finalmente sono riuscito a dormire e quindi mi sento decisamente più riposato! Malgrado tutto comunque mi sveglio alle 6 ed esco dalla mia sistemazione verso le 7.
Dopo essere passato al coin loker per fare due cose alla valigia, decido di andare a fare una bella colazione. Noto subito quanti giapponesi vadano al ristorante a mangiare già di prima mattina e scopro quanto sia smorta la vita di Shinjuku alle 7:30. Vado a provare la catena Starbucks Cofee e mi prendo un Frappuccino… una delle cose più buone che potessi provare!! Rimango a fare colazione per circa due ore… mi leggo un libro, guardo la mia fedele mappa e mi godo l’atmosfera mattutina del locale… con gente che dorme, studia, gioca con il cellulare o che legge un libro.
Dopo il mio bel frappuccino è finalmente l’ora di passare all’azione!
Decido frettolosamente il mio programma della giornata osservando la mappa all’interno della stazione. Sono stupito da quanti giapponesi siano letteralmente persi e come me guardino la mappa… non sono solo! :) Dopo qualche minuto di ragionamenti, prendo la mia decisione… vado a visitare Tsukiji!! Prendo la metro da Shinjuku tramite la Marunouchi Line e faccio cambio a Ginza per cambiare con l’Hibiya Line… fino a qua tutto perfetto, il tratto fino a Ginza il treno era pienissimo di gente, mentre il mezzo da Ginza è decisamente più vivibile… ecco che inceppo nel primo e “fatale” errore! Per qualche arcana ragione ero convinto che la fermata di Tsukiji da Ginza fosse la sesta… così per rilassarmi mi ascolto un po di musica e conto ogni singola fermata… quando arrivo a contare la sesta mi accorgo del mio grossolano errore! La fermata di Tsukiji è ormai bella passata, la cosa più logica da fare è fermarsi alla prima stazione e tornare indietro, ma il sedile è troppo comodo e per di più è anche riscaldato! Per questo motivo improvviso una nuova meta: Asakusa.
Cambio nuovamente linea quando arrivo a Ueno, prendo di nuovo la Ginza Line, questa volta decido di non sedermi per non cadere nuovamente nelle grinfie della pigrizia.
Questa volta gli errori sono impossibili, la stazione di Asakusa è il capolinea. Scendo e salgo verso l’esterno, il quartiere di Asakusa si staglia di fronte a me. Inizio a guardare una delle utilissime mappe che si trovano in giro per la città, i primi giorni non le guardavo mai, ma ormai ho capito che sono una delle cose più utili di Tokyo.
Mi dirigo in direzione templi… non è per nulla difficile orientarsi, per cui li raggiungo facilmente. La via che porta ai templi è davvero bella, tantissime bancarelle condiscono la passeggiata, mi fermo ad osservare strani oggetti che non saprei definire ma decido di non comprare nulla, i prezzi sono anti-economici ed io ho un buon autocontrollo su queste cose… ora che però ci ripenso alcuni oggetti erano davvero carini.
Tantissimi fedeli sono in visita al tempio, ho letto che è uno dei centri di culto più grandi di Tokyo e devo ammettere che come zona mi ha lasciato una buona impressione. Scatto diverse foto al tempio principale e visito il suo interno, malgrado sia una riproduzione del passato è un luogo ricco di fascino, m’immergo anche nei fumi d’incenso per avere una buona salute… sarà anche così, ma l’unica cosa che ho ottenuto è una salutare puzza di fumo che rimarrà impressa per i giorni a venire!
Passata la mattinata in un ambiente religioso, arriva con trepidazione l’ora di pranzo… una delle cose più difficili in Giappone è trovare un ristorante… non perché sono pochi, ma perché sono troppi!
Io per natura sono molto indeciso, malgrado molte volte mi considero impulsivo, per quanto riguarda il cibo è un altro discorso. Ho camminato per un ora; faccio dieci passi, mi fermo, guardo i menu da fuori e mi dico “Ehm… dev’essere buono!” poi faccio il fatale errore di guardarmi intorno, vedo un altro ristorante e dico: “Ehm… ma si dai! Guardiamo cosa fanno in quel ristorante!” e così continuo a girare come un pazzo, sbavando di fronte ai piatti finti e continuando la mia marcia verso il cibo. Se non mi fossi deciso con tutte le mie forze probabilmente sarei ancora li a vagare come uno spettro… dopo un ora il mio stomaco comincia a protestare ed a quel punto mi butto al primo ristorante che vedo senza nemmeno vedere cosa fanno.
Capito in un Kaiten sushi, vale a dire un ristorante dove si prende il sushi da un nastro trasportatore.
E’ praticamente da quando sono arrivato che desidero mangiare in un posto del genere! È una figata assurda sedersi al bancone e cercare con gli occhi la “preda” che più ti attira sul nastro trasportatore. Con le bacchette non sono molto bravo, a casa mi sono esercitato con alcuni pennarelli, ma non è la stessa casa. Malgrado tutto, riesco a mangiare con facilità e mi gusto per la prima volta in Giappone quella che sarà la mia eterna droga… il sushi, che si allontana anni luce da quello che ho sempre mangiato in Italia!
Il mio vicino di posto è un tizio di circa cinquant’anni, mangia come un forsennato ed ha una torre di piatti che farebbe impallidire i grattacieli di Shinjuku. Io non arrivo neanche ad un quarto di quanto lui riesce a mangiare e mi sento sazio come una botte piena. E’ incredibile come in un ristorante economico di Sushi si mangi così bene!!
Finito il pranzo faccio ancora un giro per il quartiere, quando all’improvviso due tizi della televisione mi fermano per strada. Inizialmente egli mi chiede se sono disponibile a farmi intervistare, io con aria divertita ed un po sorpresa rispondo di si. Devo essere sincero… non ho capito per niente l’oggetto della domanda che mi pongono. Mi chiede in un discreto inglese che cosa ne penso su un oggetto che però nella domanda viene chiamato in giapponese… io allora confuso gli chiedo di che diavolo stesse parlando, morale della favola, mostra un specie tesserino che si appende alle giacche (???) e mi chiede se io ne faccio uso (???)… passano i secondi, non ci capiamo, il tizio della telecamera cancella la scena appena filmata e l’intervistatore mi fa un po di domande su che cosa sono venuto a fare in Giappone, ma ormai è solo un dialogo di cortesia per congedarsi… ci salutiamo gentilmente senza che io abbia capito cosa diavolo volessero, in ogni caso fare gli stranieri in Giappone è divertente, scene d’incomprensione sono all’ordine del giorno, ma alla fine si arriva sempre ad un compromesso! :)
Mi dirigo fuori dal quartiere di Asakusa per vedere la sede della birra giapponese Asashi… cammino tra i grattacieli e mi faccio una delle mie classiche camminate di qualche decina di chilometri, giusto per tenermi in forma!
Dopo diverse ore di cammino ed esplorazione, facendo foto e video, torno con la metro a Shibuya, uno dei miei quartieri preferiti. Ormai è quasi sera, ma decido di dare un occhiata ad un internet cafe per vedere se ho ricevuto delle mail, mi sto tenendo in contatto con un ragazzo giapponese con cui ho scambiato la mail quando mi trovavo al nintendo world e con la ragazza che ho conosciuto sull’aereo, forse nei prossimi giorni riuscirò a beccarli in giro.
Mentre mi trovo a Shibuya faccio anche una bella camminata, sono riuscito ad arrivare a piedi fino al parco di Harajuku. Speravo di beccare qualche personaggio che fa cosplay ma purtroppo oramai sono le 18 e l’oscurità inizia a coprire il paesaggio. Mentre giro per il parco faccio qualche foto crepuscolare e mi accorgo con stupore e tristezza della numerosa presenza di senzatetto… purtroppo ogni stato è paese, non esiste la società perfetta.
Prendo il treno dalla stazione di Harajuku per raggiungere la mia adorata Shinjuku. Sono le 19 passate ed inizio ad essere stanco per tutte le camminate del giorno appena passato, non ricordo con esattezza cosa ho fatto questa sera, vado a mangiare un bel piatto di Soba e poi dato che non sono ancora sazio, faccio ancora una visita al Mc Donalds di Shinjuku, quello sulla strada dove si trova Segafredo, qui incappo in una piccola barriera linguistica, al banco c’è una graziosa ragazza giapponese, io ordino una coca cola e delle “patatine piccole” parlando in inglese… la ragazza, poverina diventa tutta rossa e completamente impacciata… non ha capito una parola di quello che ho detto… chieda ad una sua collega aiuto, ma nemmeno lei sa cosa dire, iniziamo a gesticolarci come degli idioti, io inizio ad indicare sul menu continuando a dire “Kore!” (questo) fino a quando sembra che finalmente abbia capito… mi ritrovo sul vassoio ben due pacchetti di patatine ed una coca cola… gli dico un sonoro “ok”, se gli dicevo che aveva sbagliato sarei stato troppo crudele! :D
Scene di un matrimonio. © Alberto Bracco.
Quello che mi piace dei fast food nipponici è che puoi stare quanto ti pare facendo quello che più ti aggrada. Ho letto qualche capitolo d’un libro, ho scritto qualche appunto sul mio quaderno di viaggio ed ho guardato le foto che ho fatto durante il giorno; adesso sono le 20, vado ancora a farmi un giro, visito il quartiere di Kabukicho, i colori delle strade sono pazzeschi… sono letteralmente catturato dal fascino che emana Shinjuku la sera, poi verso le 22 i miei piedi sono letteralmente disintegrati, mi reco al mio fedele internet cafe e passo tuta la notte. Come sempre dormo benissimo e mi gusto la mia serale cioccolata calda illimitata alla macchinetta.
Alla mattina ormai ho un abitudine che mi porterò fino alla fine… mangiare colazione da Starbucks coffee. Questa volta provo a prendere un cappuccino normale e passo un oretta tranquillo in attesa che la città si svegli veramente.
Finita la colazione mi dirigo verso la stazione di Shinjuku e prendo la metro per raggiungere Ginza. Sono incuriosito dalla zona dei grattacieli di Shinbashi, per questo appena arrivato nella piazza fuori dalla stazione, do un occhiata alla mia fedele mappa. Come quasi sempre, mi faccio guidare dal mio istinto e nel giro di mezz’ora raggiungo l’agognata meta. Scatto molte fotografie interessanti e vedo il bellissimo Nakagin Capsule Tower, un palazzo che sembra composto da decine di lavatrici, poi mi dirigo nel mezzo dei mastodontici grattacieli che compongono questa zona. Sono circa le 9 passate del mattino e c’è poca gente per strada, rimango impressionato da come mi sentissi incredibilmente piccolo ed indifeso tra quei colossi. Mi sono ricordato di alcuni video di Marco, in cui lui riesce a raggiungere la Tokyo Tower da quella zona… così mi balena in mente la possibilità di fare una passeggiata del genere. Faccio un percorso assolutamente casuale, basato solamente sul sapere che la Tokyo Tower si trova in una determinata direzione, non ricordo quanto ci ho messo per raggiungerla, ma praticamente occupo tutta la mia mattinata. Durante questa lunga passeggiata mi fermo anche in un parco, mi gusto una cioccolata calda in lattina presa ad una delle tante macchinette per strada e finalmente raggiungo il luogo che mi sono prefissato.
Cammino praticamente per tutto il giorno, mi fermo a magiare un ottimo piatto in un ristorante intorno alle 14. Ho mangiato del cibo buonissimo come sempre (non ricordo il nome del piatto), dopo pranzo faccio una delle mie folli camminate e raggiungo Roppongi a piedi, poi vado fino al quartiere di Tokyo passando per luoghi poco turistici ed in zone residenziali poco note… non ho idea del percorso che ho fatto e dei chilometri che ho macinato, so solamente che durante il mio tragitto ho visitato piccoli parchi bellissimi, ho visto alcuni templi molto affascinanti, mi sono fermato in un negozio di libri. Finita la mia odissea, con una velocità che ha quasi dell’incredibile arriva la prima oscurità della sera, ed io che ormai sono vicino ai giardini dell’imperatore, prendo la metro per raggiungere Shinjuku ed iniziare a cercare un ristorante per la cena… ho camminato come un soldato in marcia, la cosa bella è che volevo passare una giornata tranquilla, ma in questa città è una cosa impossibile. Una cosa che ho notato di Tokyo è la quasi totale assenza di panchine lungo i marciapiedi. I posti dove sedersi si trovano solo nei parchi, mentre nelle strade sono rare come l’acqua nel deserto… una città che non si ferma mai!
Alla sera, dopo cena (Ho mangiato ottimo sushi) passeggio tra le luci natalizie e faccio un veloce giro tra i grattacieli, poi dopo aver fatto un salto in un negozio di dischi, verso le 22:30 mi reco a dormire ed attendo con impazienza il nuovo giorno che puntualmente arriverà.
Il giorno dopo mi sveglio presto come mia abitudine. Faccio colazione nel solito posto e mi mischio ai pendolari sulla metro.
Questa volta mi dirigo ad Akihabara il quartiere degli otaku. Appena arrivato, ci metto alcuni momenti per orientarmi, vedo subito il famoso ponte verde, simbolo del quartiere, ma faccio l’errore di sbagliare direzione. Cammino per molto e mi accorgo che la direzione che avrei dovuto prendere era quella contraria.
Tornato nella retta via, scorgo le numerose sale giochi che ci sono in questo quartiere e noto fin da subito i numerosissimi negozi d’elettronica.
Inizio a vagare in ogni luogo che vedo e passo una mattinata piacevole, osservo da fuori anche un maid cafe, ma da solo preferisco non entrarci :)
Malgrado il quartiere non sia ancora operativo al 100% già molta gente vaga per i negozi. Visito un centro commerciale specializzato in oggetti tecnologici, è costruito su più piani ed io inizio ad esplorarlo. Nella sezione dedicata alle macchine fotografiche, sbavo davanti ad alcuni obiettivi e rimango impressionato da un teleobiettivo gigantesco che aveva le dimensioni d’un cannone!
Dopo aver fatto mille giri, vado a mangiare in un ristorante, dato che ero un vena di risparmiare ordino solo un po di soba. Ho mangiato soba migliore, però malgrado tutto mi rimette in forze e riparto con qualche carboidrato in più nel corpo per continuare al meglio la giornata. Giro ancora per il quartiere fino a che prendo la metro e vado verso il quartiere di Roppongi. Ci sono già stato il giorno prima, ma era stata solo una meta di passaggio.
Questa volta raggiungo il Roppongi Hills e nel mio percorso scorgo anche l’Hard Rock Cafe di Tokyo. Raggiungo il Roppongi Hills. Scatto qualche foto al complesso ed entro in uno dei palazzi. Vado fino all’entrata del museo d’arte contemporanea, senza però entrare nella zona delle mostre.
Non è male come zona, la prossima volta però ci tornerò di sera… sarà ancora più bello da vedere.
Sono ormai in Giappone da pochi giorni ma ho quasi l’impressione d’essere qua da una vita.
Dormire negli internet cafe non è per nulla una cosa brutta, a parte il fatto di risparmiare soldi, che con i tempi che corrono fa sempre piacere, il fatto di passare un esperienza del genere cambia molto il modo di vedere le vita.. ma forse adesso sto iniziando a filosofeggiare.
Passa un altra notte dopo che ho passato un ennesima serata a Shinjuku (non c’è miglior quartiere alla sera… non stanca mai) mi sveglio per l’ennesimo giorno a Tokyo, è venerdì 14 gennaio e sono qua da ben 5 giorni… questa giornata è stata probabilmente la più tranquilla della mia avventura, il giorno prima avevo fatto tantissimi giri in metro, in questo giorno decido di non utilizzare i mezzi pubblici ma semplicemente godermi il parco di Shinjuku Gyoen… passo una giornata tranquilla, coniata dalla bellezza di questo parco e da un tipico cielo limpido, simbolo dell’inverno, poi mi reco al Tokyo Metropolitan Governament Building per godermi uno dei panorami più mozzafiato del mondo… purtroppo quando salgo c’è una leggera foschia all’orizzonte che non mi permette di fare le foto perfette, ma ciò non limita il mio stupore.
Faccio ancora numerosi giri e mangio un ottimo pranzo in un ristorante scelto a caso finché arriva la sera… la giornata è stata carina con momenti degni di essere vissuti anche una seconda volta.
Il Tokyo Metropolitan Government Office. © Alberto Bracco.
Ritorno al solito internet cafe alla sera ed incappo in un piccolissimo inconveniente, quando si va in un internet cafe viene dato un numero che indica la stanza che si ha a disposizione, mi dirigo nella mia stanza e poi dopo un po esco per andare in bagno… torno e mi capita di dimenticarmi il numero della mia stanza!! Sarà stato per la stanchezza, avevo un dubbio atroce, così mi reco timidamente alla reception e chiedo quale fosse lamia stanza, inizialmente il tizio non ha capito nulla e sorridendomi mi saluta, quando poi capisce che gli sto chiedendo una cosa importante, mi faccio la mia bella figura del deficiente facendomi dire il mio numero… di figure del cavolo è abbastanza facile farle, ma io ci ho riso sopra e tutto è passato! XD
A parte queste piccole disavventure la notte è passata ed una nuova alba mi accoglie.
Sono di nuovo per strada… dopo aver fatto le mie consuete abitudinarie commissioni mattutine, decido di non andare fuori da Shinjuku fino a dopo pranzo, alle 13 ho appuntamento con una mia nuova amica Giapponese, la ragazza che ho conosciuto sull’aereo, che si chiama Akiko.
Faccio alcune passeggiate per passare la mattinata e mangio un boccone veloce in un fast food che si chiama Lotteria.
Alle 12:45 prendo il treno della JR in direzione di Harajuku dove ho l’appuntamento. Non ci vuole molto, due fermate e sono arrivato.
Aspetto per circa dieci minuti poi finalmente m’incontro con Akiko. Non ha molto tempo, alle 16 deve recarsi al lavoro, per questo decidiamo di fare solo un giro in zona. Andiamo in un tempio non molto lontano dalla stazione, che si trova nel parco vicino. Mi inizia a spiegare varie cose, devo ammettere che per essere giapponese parla molto bene l’inglese, come pronuncia me la cavo meglio io, ma come numero di verbi e grammatica credo se la cavi ancora meglio di me. Scopro poi che ha vissuto per sei anni a Londra e questo spiega perché sia così “occidentalizzata”. Ci facciamo predire la fortuna nel tempio tramite i tradizionali biglietti che vengono estratti a caso… mi capita un anno sfortunato… evviva! XD
Il tempo passa tra parole in inglese qualche parola in giapponese… poi accade una cosa che mi ha leggermente stupito, sapevo già di questa caratteristica della maggior parte delle persone, in pratica stavamo camminando quando ad un certo punto per terra lei trova un anello (probabilmente anche d’un certo valore) invece di tenerselo come probabilmente molti in Italia avrebbero fatto, lo posa sopra una panchina poco vicino e mi spiega che in Giappone le cose che si trovano per strada non bisogna assolutamente prenderle… le racconto che in Italia è il contrario, ma stranamente non ne rimane stupita XD
Parliamo ancora fino a toccare argomenti religiosi… alla sua domanda su quando è stata l’ultima volta che sono entrato in una chiesa… le rispondo che non mi ricordo! XD
Dopo il parco andiamo a prenderci un caffè (anche se io sento la mancanza del vero caffè che si prende in Italia :) ) e parliamo del mio viaggio… rimane letteralmente senza parole quando scopre che dormo negli internet cafe, dato che normalmente solo i giapponesi conoscono questo tipo di sistemazione.
La giornata va avanti in alcuni negozi vicino a Harajuku, io ne ho visto uno che vendeva esclusivamente calzini di Super Mario… mi sono pentito di non averne preso un paio.
E’ il momento dei saluti, il pomeriggio è passato molto velocemente e ci siamo divertiti, ci salutiamo ed io mi dirigo verso Shibuya, mentre Akiko prende la direzione opposta.
Faccio una passeggia che avevo già fatto qualche giorno prima, per questo decido di fare una piccola deviazione che mi fa perdere la corretta via… finisco in una zona residenziale decisamente noiosa da vedere per un turista, scatto comunque qualche foto caratteristica come piacciono a me.
Una volta raggiunta Shibuya mi faccio un giro per il centro e mi fermo un momento sotto la statua di Hachiko. Dopo qualche minuto vedo uno stranissimo personaggio… è un ragazzo vestito da pagliaccio… incuriosito m’avvicino e vivo dei momenti di divertimento assurdo… credo che sia una delle persone più divertenti che io abbia visto in vita mia, è un tizio con gli occhiali, vestito di arancione con una parrucca colorata, che oltre a fare il mimo ferma le persone per strada facendo le facce ed i gesti assurdi… si ferma anche da me ed oltre a scattargli una foto gli stringo la mano e gli batto il cinque… questo ragazzo entra ufficialmente nella lista dei miei idoli… davvero un personaggio divertente!
Dopo essermi divertito, arriva la sera e decido di recarmi verso la mia tana.
Come cena provo un ristorante italiano che vedo per caso, mentre cammino per strada, l’ambiente interno è riempito fino all’osso d’arredamenti che simboleggiano i principali stereotipi italiani… mentre gli spaghetti che mangio sono davvero ottimi, mi bevo anche un ottima birra che fa sempre bene!
Alla sera scambio qualche parola con una ragazza che canta davanti alla stazione che vedendomi interessato mi consegna una valanga di fogli e volantini invitandomi ad assistere ad uno dei suoi concerti in futuro. Poi faccio un giro tra i negozi della stazione ed incontro un personaggio probabilmente uscito da un centro di salute mentale… è un ragazzo giovane che ad un certo punto inizia ad urlare frasi in giapponese piangendo disperato… io faccio finta di niente, come la maggior parte delle persone intorno a me.
Nella giornata successiva raggiungo uno stadio non molto lontano da Shinjuku dove ho il piacere di scattare ottime fotografie. Trovo una strada blindata dai poliziotti… non so per quale motivo e cammino praticamente per tutto il giorno, vagando per caso raggiungo anche la zona dei love hotel di Shibuya.
Da Shibuja decido di camminare ancora e visito una zona residenziale nelle vicinanze, penso che questa sia stata una delle giornate meno impegnative di tutto il viaggio e la concludo a Shinjuku; alla sera stavo ascoltando un ragazzo che suonava e cantava per strada e nel momento che stavo per fargli un video un poliziotto lo interrompe :) prima di andare a dormire provo anche un telefono pubblico giapponese.
Ormai è quasi arrivata la fine della mia piccola avventura, adesso è lunedì ed io partirò domani… la prima cosa che faccio al mattino è prendere il biglietto per il Narita Express alla biglietteria della stazione di Shinjuku, poi decido di coniare il mio ultimo giorno raggiungendo la zona di Yanaka… una delle parte di Tokyo meglio conservate nel tempo. Ho visto molti templi, tra cui anche una grossa statua di bronzo del Buddha al templio di Tenno-ji fino ad arrivare al cimitero di Yanaka, la sua atmosfera è quasi gotica, poi raggiungo altri templi ed osservo una statua alta circa 6 metri coperta di lamine d’oro. Giro ancora per il quartiere e curioso in un negozio che vende delle carte di riso utilizzando lavorazioni risalenti al periodo Edo. Torno indietro e raggiungo la stazione ferroviaria Nippori e scatto alcune fotografie ai treni che passano, poi mi metto di nuovo in cammino e raggiungo un piccolo e rilassante parco con al suo centro un interessante tempio rosso. Mi siedo su una panchina e mi rilasso mentre osservo una persona anziana che dipinge un bellissimo quadro.
Ho passato una giornata in mezzo all’antichità di questo paese, è uno degli aspetti che più apprezzo del Giappone, senza togliere nulla ai quartieri moderni.
Essendo ormai pomeriggio, decido di visitare ancora una volta il quartiere di Tokyo e di vederlo per l’ultima volta. Cammino per molti chilometri, curiosamente per strada c’è pochissima gente a parte un enorme gruppo di studenti e studentesse che fanno ginnastica correndo intorno al parco di Tokyo.
Mangio un ottimo piatto, costituito da alcuni pezzi di carne, varie verdure, spaghetti di grano saraceno e brodo di funghi… mai mangiato nulla di più buono in vita mia! Non mi fermo per molto tempo nel ristorante, c’è molta gente che attende sulla soglia della porta e non è buona educazione fermarsi più del dovuto in questi casi.
Un ristorante a Tokyo. © Alberto Bracco.
Ho mangiato intorno alle 15 ed ora vado a visitare un università di Tokyo che si trova nelle vicinanze. Curioso un po in giro e mi mischio tra gli studenti.
Dopo mi reco alla prima stazione della metro che trovo per strada, guardo la mia mappa e decido in maniera del tutto casuale la mia meta… chiudo gli occhi ed il fato mi porta ad Ikebukuro.
Devo dire la verità, non ho trovato nulla di particolare in questo quartiere, inizialmente mi reco in una zona residenziale ma senza avere particolari esperienze… il tempo purtroppo oggi non è dei migliori ed un po di nuvole rovinano le fotografie, Ikebukuro è un quartiere con molti negozi, ma non raggiunge neanche lontanamente il fascino di Shinjuku. Accarezzo alcuni gatti molto grassi che sembrano facciano la guardia ad un piccolo tempio. Cammino attravers una piccola strada e finisco improvvisamente circondato da una mandria di studenti che escono da scuola.
Torno a Shinjuku con la consapevolezza d’aver raggiunto la fine d’ogni cosa, mi godo per le ultime ore gli ultimi attimi e mentre arrivo alla stazione di Shinjuku da Ikibukuro faccio un ultimo errore… entro attraverso alcuni sportelli con la suica e rimango intrappolato perché sono sportelli che portano verso altri treni… cerco di uscire ma non mi è permesso dato che sono appena entrato… chiedo aiuto ad un tizio che malgrado il suo inglese elementare mi capisce e mi fa finalmente uscire da quella trappola. Il resto della serata passa senza nessun problema, respiro l’ultima aria di Tokyo… non ho nessuna voglia di partire.
© Alberto Bracco.
La mattina dopo mi sveglio alle 6, organizzo la valigia (che ormai è un casino totale) e faccio l’ultima colazione… prendo il treno, vado verso l’aeroporto e lo raggiungo in poco tempo. Parto… mentre decollo dal mio finestrino scorgo il Monte Fuji che è sempre stato nascosto alla mia vista negli ultimi giorni, ed intravedo Shinjuku in lontananza… addio Giappone… una parte di me è rimasta in quel posto… una scusa in più per tornarci, un giorno.
Il viaggio è stato più veloce di quello d’andata, faccio scalo a Vienna ed aspetto due ore in aeroporto, scopro che il mio aereo è stato cancellato ed è stato rimpiazzato da un altro volo che parte entro breve… corro al nuovo gate, faccio i vari controlli e salgo sopra l’aereo, sono circondato da italiani… non sono più abituato a parlare italiano… il mio cervello si stava già sincronizzando con la lingua giapponese.
Arrivo a Milano Malpensa con una venatura di nostalgia, poi parto e torno a casa… mi stendo sul letto ed osservo il soffitto come avevo fatto qualche giorno prima… immagino d’essere ancora in Giappone ma aprendo gli occhi mi scontro con la dura realtà, è stato come un fugace sogno, che si è spento in poco tempo… ora la routine quotidiana tornerà lentamente… il Giappone mi ha lasciato qualcosa nel cuore che mai verrà cancellato.
La Tokyo Tower al tramonto. © Alberto Bracco.
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Marco Togni
Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 15 anni fa. Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi. Seguito da più di 2 milioni di persone sui vari social (Pagina Facebook, TikTok, Instagram, Youtube).