Mercato delle SpezieA 682 metri
Caratteristico e unico.
Se desiderate immergervi nell’autentica e romantica atmosfera di Istanbul, non c’è niente di meglio che perdersi tra i circa 5.000 negozietti del Gran Bazar, uno dei mercati coperti più grandi e antichi del mondo, rinomato soprattutto per le sue ceramiche dipinte a mano, la bigiotteria, i tappeti, le spezie e gli oggetti d’antiquariato. Il Gran Bazar attira ogni giorno tra i 250,000 e i 400,000 visitatori, tra cui locali e turisti, ma non è solamente un mercato. Dal momento della sua costruzione, nel 1461, il Gran Bazar rappresenta infatti il cuore dell’attività commerciale di Istanbul ed il luogo ideale per andare a caccia di ottimi affari!
Al momento della sua costruzione il Gran Bazar era un edificio dedicato principalmente al fiorente commercio di abiti e tessuti e veniva chiamato bedesten, termine che deriva dalla parola bezestan, che nell’antica lingua persiana significava “bazar dei commercianti di abiti”. Gli abiti e i vestiti tradizionali hanno da sempre svolto una funzione molto importante nella cultura turca indicando lo status sociale e l’appartenenza di ogni singolo individuo: dall’abbigliamento si può distinguere se una donna è fidanzata, sposata o vedova e a quale villaggio o tribù appartiene. Infatti, nella regione dell’Anatolia ancora oggi ogni villaggio vanta i propri abiti e costumi tradizionali.
Il bazar fu ampliato nel corso dei secoli e raggiunse il suo picco di estensione nel sedicesimo secolo. Oggi si sviluppa su un ampio complesso di edifici, al cui interno, oltre ai numerosi negozietti, bar e ristoranti, si trovano anche due moschee, quattro fontane e due hammam. La potenza dell’Impero Ottomano, che si estendeva su tre continenti e controllava tutte le principali vie di comunicazione tra l’Asia e l’Europa, trasformò il Gran Bazar nel centro più importante degli scambi commerciali e già nella prima metà dell’Ottocento questo mercato era diventato celebre in Europa per la sua vasta gamma di prodotti di primissima qualità. Ma il Gran Bazar non rappresentava solamente il cuore del commercio: era anche un luogo di incontro, in cui era possibile imbattersi nella famiglia reale che spesso passeggiava tra le sue vie, ed un luogo di svago, specialmente per le donne, che solitamente erano escluse dalla maggioranza delle attività sociali. Sul finire del diciannovesimo secolo il mercato subì una battuta d’arresto e gli affari dei commercianti cominciarono a rallentare: questo fu dovuto a varie cause, tra cui la concorrenza dei paesi occidentali che proprio in questo periodo assistettero ad un forte sviluppo del loro settore tessile. Inoltre, era sempre più forte l’apertura verso la cultura e i prodotti occidentali e questo portò alcuni commercianti a lasciare il bazar per aprire nuovi negozi nei quartieri più frequentati dagli Europei. Negli anni dell’occidentalizzazione dell’Impero Ottomano, furono molti i romanzi ambientati al Gran Bazar ed è proprio grazie alle descrizioni contenute nelle opere letterarie di autori come Edmondo De Amicis e Théophile Gautier che oggi sappiamo com’era il bazar all’epoca.
Fino alla grande opera di ristrutturazione, attuata in seguito al violento terremoto di fine ‘800, i negozi del mercato non erano esattamente come quelli dei paesi occidentali: i commercianti sedevano su poltrone in legno vicino agli scaffali su cui era esposta una parte della merce, ovviamente quella meno preziosa, mentre i beni più costosi erano tenuti al sicuro in un piccolo mobile. I negozi erano in realtà piccole bancarelle che poi di sera venivano chiuse con una sorta di tenda. Ma non è solo l’aspetto esteriore del mercato ad aver subito un radicale cambiamento nel ‘900: anche le regole etiche del commercio hanno subito unaforte evoluzione. In passato i mercanti, fedeli alle regole della religione Islamica, applicavano le stesse tariffe per lo stesso genere di prodotto e la concorrenza era leale in quanto non si dava grande importanza ai profitti.
La bellezza e il fascino del Gran Bazar sono rimasti inalterati nel corso dei secoli rendendo questo luogo una delle principali attrazioni turistiche di Istanbul. Mentre passeggiate nella città vi capiterà sicuramente di notare che molti viali o addirittura intere aree sono costellate di negozi che vendono la stessa tipologia di prodotto. Scarsa conoscenza delle regole del business? No, perchè in Turchia il commercio è vista sotto un’altra prospettiva che punta ad agevolare il consumatore: nel momento in cui si deve acquistare un prodotto, basta semplicemente recarsi nella zona dove si trovano tutti i negozi che vendono quel determinato genere di merce e poi sta nella bravura del commerciante convincere il compratore ad acquistare. Questa logica commerciale, oltre a semplificare l’acquisto, lo rende di sicuro più vantaggioso in quanto i commercianti tendono ad abbassare il prezzo per concludere la negoziazione e vendere i prodotti: i clienti fanno di sicuro un ottimo affare!!
Il Gran Bazar segue le stesse regole, anche se su una più larga scala. Questo sistema commerciale è molto antico, in quanto sin dalla nascita del Gran Bazar i mercanti che commerciavano la stessa merce si posizionavano sulla stessa strada, la quale poi prendeva il nome dal genere di prodotto che qui veniva venduto. Quando il bazar iniziò ad ampliarsi i commercianti decisero di riunirsi in associazioni, a seconda delle varie attività commerciali, che avevano la funzione di regolamentare il commercio e i rapporti tra i mercanti.
In questo mercato vengono venduti prodotti di vario genere. I prodotti principali sono sicuramente i tessuti e gli abiti tradizionali, tra cui anche i vestiti tipici utilizzati nella danza del ventre, una forma d’arte molto antica, ma che ancora oggi appassioni i visitatori e tantissimi Turchi di ogni età. Sicuramente noterete anche numerose gioiellerie e negozi di bigiotteria, in quanto i gioielli sono molto utilizzati, sia come decorazione degli abiti, sia come accessori, ma non sono considerati solamente un semplice abbellimento estetico: alcuni amuleti indossati dai turchi sui vestiti o tra i capelli hanno la funzione di allontare il diavolo e gli spiriti maligni e ogni civiltà vissuta in Anatolia ha realizzato i propri amuleti con pietre più o meno preziose.
Di uno stesso prodotto venduto al bazar potete trovare diverse qualità. Ovviamente, la truffa è dietro l’angolo e ci sono commercianti che cercano di vendere diamanti falsi o pelli sintetiche spacciandoli per autentici e di prima qualità per aumentare i loro profitti. Distinguere un prodotto originale da uno falsificato non è affatto semplice, ma vi consiglio di informarvi sulle regole basilari per verificare l’autenticità di un prodotto e non essere truffati al momento dell’acquisto.
Solitamente gli addetti alla vendita che vedete nei negozi non sono i proprietari, ma semplici commessi che ogni giorno devono riuscire a raggiungere un determinato fatturato di vendita. Questo fa sì che all’inizio della giornata i commessi abbiano urgenza di vendere il maggior quantitativo di merce possibile, anche vendendo ad un prezzo stracciato. Per questo motivo, se desiderate fare acquisti vi consiglio di recarvi al bazar al mattino verso l’ora di pranzo: potrete concludere affari veramente vantaggiosi! I commercianti cercano ovviamente di invitarvi a dare un’occhiata al loro negozio, ma cercate di non mostrarvi troppo interessati ad un oggetto se non siete convinti di acquistarlo. Cercate di dare un’occhiata veloce tra gli scaffali e solo quando avete individuato l’oggetto che vi interessa e siete pronti ad iniziare la negoziazione con il commerciante, chiedete informazioni sul prezzo. A questo punto il commesso potrebbe esordire chiedendovi quale potrebbe essere, secondo voi, il prezzo giusto per quel determinato oggetto, ma non cadete nella trappola! Una volta che avrete fissato un prezzo non potrete più scendere al di sotto di questo importo. Perciò, lasciate che il commesso faccia la sua offerta e date il via alla negoziazione! Fingetevi scandalizzati dal prezzo che vi viene proposto e riponete l’oggetto sullo scaffale dirigendovi poi verso l’uscita del negozio: se siete degli ottimi attori, sicuramente il commesso vi farà una controfferta! E da qui, prendetevela con calma. Sottolineate più volte di non essere convinti dell’acquisto e, anche se desiderate fortemente comprare quel determinato prodotto, fate credere che forse potete farne anche a meno. E non vi stupite qualora il commesso vi offra una tazza di tè! Questa pratica, molto diffusa tra i commerciati, è molto antica: in passato i clienti potevano sedersi di fronte al mercante per prendere un tè insieme e conversare. Questo sistema è utilizzato per sospendere temporaneamente la negoziazione e conquistare la fiducia e la simpatia del cliente, e, soprattutto, convincerlo a comprare, raccontandogli le proprie vicende e difficoltà personali. Bisogna poi sottolineare che l’angolo del tè si trova in una posizione strategica all’interno del negozio, ovvero lontana dagli occhi e soprattutto dalle orecchie di altri clienti i quali così non riescono a sentire il prezzo che il commesso vi propone e, di conseguenza, non possono pretendere la stessa offerta. Ricordatevi inoltre di non prendere la situazione troppo seriamente: divertitevi e non siate scortesi!
Il Gran Bazar si trova a circa 15 minuti a piedi dalla Moschea Blu e ha quattro entrate, situate all’estremità delle due strade principali.
É aperto dalle 9 alle 19 tutti i giorni eccetto la domenica e le festività nazionali.
Per arrivare prendete un taxi oppure un tram in direzione di Beyazit, Üniversite o Sirkeci.
Caratteristico e unico.
Piazza che un tempo fu il centro della vita sociale e sportiva.
La più bella moschea di Istanbul.
Una ex-chiesa, oggi moschea e museo.
La più antica di Istanbul.
Collega la Istanbul storica a quella moderna.
Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 15 anni fa. Mi piace viaggiare, in particolare in Asia e non solo, e scoprire cibi, posti e culture. Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi. Seguito da più di 2 milioni di persone sui vari social (Pagina Facebook, TikTok, Instagram, Youtube).