Albo dei fotografi
Ogni tanto mi capita di leggere su internet o sentire colleghi che si lamentano del mercato della fotografia e vorrebbero che venisse creato un albo dei fotografi, in modo da tutelare la nostra professione. Oltre ad essere un’idiozia, vi posso dire con certezza che non verrà mai creato.
Non esiste e mai esisterà
La direttiva Europea 2005/36 sconsiglia la creazione di nuovi albi e riconoscimenti professionali. Questa direttiva è stata fatta per favorire la libera concorrenza, prezzi onesti e togliere il potere a chi fa parte degli albi professionali e per questo motivo in grado di decidere le sorti di una professione a livello nazionale.
Esiste un tesserino?
Non esiste un tesserino che possa essere usato in ogni situazione. In genere per fare foto in determinate situazioni è bene seguire la procedura per richiedere il pass.
Scuole e titoli per diventare fotografo
Per diventare fotografi non è necessario aver frequentato alcuna scuola, ed in effetti ci sono fotografi che hanno la terza media così come fotografi con lauree che non centrano niente con la fotografia. Se mai venisse creato un albo per i fotografi ovviamente dovrebbe seguire un iter simile all’accesso di tutti gli altri albi e cioè:
- laurea magistrale nel campo artistico (accademia d’Arte);
- stage/tirocinio di 1 o 2 anni presso un fotografo già abilitato;
- esame di stato consistente in 3 prove scritte relative il mondo della fotografia in generale, 1 prova sul campo e 1 esame orale.
Ovviamente i primi 10 anni dall’attuazione dell’albo dovrebbero essere una “finestra libera” dove anche chi non è iscritto potrebbe esercitare la professione, ma nel frattempo dovrebbe mettersi in regola. Siccome la maggior parte dei fotografi che vorrebbero un albo sono in genere persone di una certa età, ovviamente non sarebbero mai disposte ad accettare un accesso all’albo a queste condizioni, perché nella maggior parte dei casi dovrebbero chiudere per non essere riusciti a completare il piano di studi in tempo.
Quello che molti vogliono è la creazione di un albo dove loro sono iscritti automaticamente, mentre tutta la concorrenza no, ma non si sa bene per quale motivo. Decisamente ingiusto.
I lavori più tutelati
C’è chi ingiustamente paragona il lavoro del fotografo a quello di: medici, avvocati, notai, farmacisti, psicologi, ingegneri, architetti ecc.. I fotografi, avendo solo un percorso di esperienza alle spalle e nessun titolo di studio necessario a svolgere la professione, è normale che siano meno tutelati.
Vi ricordo che tutte le categorie più tutelate hanno all’interno persone che hanno studiato anni all’università, hanno fatto un percorso di formazione e superato un esame di stato. A livello pratico non vedo perché un bravo fotografo di 60 anni con la terza media debba essere più tutelato rispetto ad un ragazzino di 19 anni che ha fatto la scuola d’arte ad esempio. Paradossalmente dovrebbe essere più tutelato il ragazzo di 19 anni.
Tra i fotografi c’è chi sostiene che la laurea vale meno dell’esperienza maturata sul campo…certo è facile dirlo a parole, ma penso che chi dai 19 ai 25 anni ha studiato 12 ore al giorno sui libri per diventare ingegnere o medico abbia diritto ad essere più tutelato di chi fa un lavoro che richiede solo un po’ di esperienza.
L’albo: chi deciderebbe?
Un albo prevede che ci sia a capo una commissione che prende le decisioni relative a tutto quello che riguarda la professione. Ma chi vuole un albo è sicuro che le decisioni prese poi rispecchierebbero le volontà di tutta la categoria?
Per esempio, la pubblicità dei fotografi potrebbe venire regolamentata e sottoposta a verifica come per molte altre professioni. I fotografi sono veramente disposti a mandare copia del loro sito, del loro volantino o del loro manifesto ecc. all’albo, pagare una quota per la revisione e magari sentirsi dire che quella pubblicità è troppo aggressiva e quindi va cambiata?
E i tariffari creati dall’albo, rispecchierebbero veramente le tariffe necessarie ai fotografi per poter campare? per come la vedo io c’è lo studio professionale con 4 dipendenti che per un matrimonio deve chiedere 2400€ e tra bollette e tutto il resto fa fatica a campare, poi c’è il piccolo professionista che invece già con 800€ a matrimonio riesce a camparci alla grande. Con l’albo ci sarebbero delle imposizioni di tariffe che finirebbero per creare solo confusione.
Fotografi ridicoli
Ogni tanto mi è capitato di parlare con persone ridicole, che hanno smesso di fare i fotografi dopo poco più di un anno dall’apertura dell’attività.
Conosco chi, partendo dal nulla, chiedeva 1600€ per fotografare un matrimonio, realizzando foto mediocri. In un anno non ha trovato nessun cliente e lui si è lamentato. Ma dico io: in un sistema italiano dove tutti i tuoi coetanei o sono disoccupati o prendono 900€ al mese per lavorare 8 ore al giorno in fabbrica prova ad essere umile e chiedere 500€ per il primo matrimonio, e poi stabilizzati su cifre concorrenziali come 800€ ad esempio. E’ ovvio che se uno inizia da 1600€ il cliente preferisce andare in uno studio conosciuto in città che magari chiede 200€ in più ma che dà varie garanzie.
Poi mi è capitato di conoscere una fotografa, un incompetente totale che ha dovuto smettere perché secondo lei con tutti i fotoamatori che ci sono in giro che le rubano il lavoro il mercato della fotografia è morto. Ignorante, oltre che incompetente. Ci sono migliaia di fotografi in Italia che lavorano e guadagnano bene, molti che fanno fatica ad arrivare a fine mese ma lavorano lo stesso. Il mercato della fotografia è tutt’altro che morto, il problema è che ci sono “fotografi” come questa ragazza che non si sanno innovare e che pretendono di avere il lavoro garantito senza fare nulla.
Fotoamatori ed “abusivi”
I fotoamatori che fotografano matrimoni a 500€ o anche meno in genere non offrono garanzia e qualità. Per quanto mi riguarda i fotoamatori non sono un gran problema perché quando una coppia vede le mie foto capisce subito che c’è differenza tra le foto che scatterebbe il loro parente per molto meno.
Non posso parlare di fotografi “abusivi” perché io lavoro in provincia di Trento e qua di fotografi abusivi non ne ho mai visti, ma in altre regioni mi hanno detto che sono molto diffusi. Premesso che non esistono fotografi “abusivi”. Essere abusivi significa esercitare una professione o un lavoro senza le necessarie autorizzazioni; per fare i fotografi non servono autorizzazioni o titoli di studio e quindi non esistono gli abusivi. Casomai esistono gli evasori fiscali: fotografi senza partita iva che non pagano le tasse. Tecnicamente è quindi sbagliato parlare di “abusivi”.
Credo tuttavia che se in un’area ci sono vari fotografi abusivi, significa anche che lì ci sono molti matrimoni fatti “in grande stile” con budget abbastanza elevati, rispetto magari ad altre zone dove ci sono matrimoni con budget molto più contenuto, ma questa è solo una mia idea.
Tuteliamo i poeti e i paninari
Gli albi in Italia sono da tempo al centro di una piccola bufera, c’è chi dice siano giusti e chi dice siano sbagliati. C’è da sottolineare però che tutti gli albi attualmente presenti prevedono la tutela di una categoria di persone a tutela dei clienti. Mi spiego: se la professione del medico fosse libera ci sarebbero gravi problemi per la salute dei pazienti, così come se tutti potessero progettare un ponte prima o poi qualche ponte crollerebbe. Quindi nessuno nel tempo libero può progettare e costruire un ponte o fare un’operazione chirurgica.
Mentre chiunque può scattare foto, perché è una cosa semplice e molto diffusa. Certo è pur vero che sbagliare le foto ad un matrimonio è un grave danno, ma anche scrivere una poesia brutta, una canzone poco orecchiabile o fare un panino non eccellente sono dei “danni”. Quindi perché non creiamo l’albo dei poeti, dei cantanti e dei paninari?
Se un parente degli sposi fa le foto ad un matrimonio e nessun fotografo è stato chiamato, è un danno per la categoria dei fotografi, per questo si dovrebbe tutelare la professione del fotografo? Ma avete idea del grande danno che hanno i ristoranti per colpa di tutte le casalinghe che preparano ottime cenette per i propri mariti?
Quindi si dovrebbe tutelare la professione del cuoco, vietando a chi non sia iscritto all’albo di cucinare del cibo?
Il mondo è quello che è, non prendetevela con me per le provocazioni fatte in questo articolo e non prendetevela se non esisterà mai un albo dei fotografi.
Autore
Marco Togni
Fotografo professionista con oltre 15 anni d'esperienza, soprattutto fotografia di sport, matrimoni e viaggio.Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 15 anni fa. Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi. Seguito da più di 2 milioni di persone sui vari social (Pagina Facebook, TikTok, Instagram, Youtube).