Sumo
Il luogo principale del sumo si trova a Ryogoku, quartiere di Tokyo dove c’è la più famosa palestra di sumo di tutto il Giappone e dove si svolgono i più importanti tornei del Paese.
Vi consiglio di leggere l’articolo su dove vedere il sumo a Tokyo.
Se volete vedere un match dal vivo date un’occhiata al sito della federazione giapponese di sumo.
Regole semplici
Nel sumo, due lottatori dal peso medio di 150 Kg e che indossano esclusivamente un perizoma chiamato mawashi tentano di spingersi l’un l’altro fuori da una pedana circolare chiamata dohyo, fatta con argilla e ricoperta da uno strato di sabbia : chi per primo riesce a buttare l’avversario fuori dal ring è il vincitore. Le regole di base del sumo sono quindi molto semplici: il lottatore che tocca il terreno con qualsiasi altra cosa oltre alle piante dei piedi o che lascia la pedana prima del suo avversario, perde. I combattimenti di solito durano solo pochi secondi o, in rari casi, circa un minuto.
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Origini del sumo
Il sumo ha origine piuttosto antiche, avendo iniziato a svilupparsi nella forma attuale già durante il periodo Edo, tra il XVII e il XIX secolo, quando nacque la figura professionale del lottatore di sumo: in questa fase storica lo sport diventò popolare anche tra le masse, tanto che cominciarono a diffondersi piccoli blocchi di legno stampati con scene di lotta; all’epoca i lottatori erano soliti portare i capelli legati in un ciuffo, una pettinatura peraltro assai diffusa tra la gente, mentre l’arbitro indossava lo stesso tipo di abito degli antichi samurai. Inizialmente questa pratica aveva lo scopo di intrattenere gli dei shintoisti e molti rituali delle origini sono ancora oggi in vigore: il sumo riflette infatti tanti aspetti peculiari della cultura giapponese, come ad esempio i riti di purificazione pre-partita, dovuti al fatto che la pedana è considerata sacra. I lottatori rappresentano dei veri e propri ambasciatori culturali quando partecipano a manifestazioni all’estero. Nonostante il sumo abbia fatto la sua comparsa ufficiale in epoca Edo, sono state rinvenute rappresentazioni di lottatori risalenti addirittura al III secolo, e questo tipo di attività sportiva viene spesso menzionata nei miti e leggende dell’VIII secolo. Il sumo era anche collegato alla coltura del riso, in quanto le lotte rappresentavo spesso un modo per invocare un raccolto abbondante o per prevederne l’andamento. Nel Giappone feudale la forza fisica era un requisito importante per i guerrieri, tanto che le famiglie samurai cominciarono ad arruolarli.
Tornei e categorie
Ogni anno in Giappone si svolgono sei tornei (basho) della durata di 15 giorni ciascuno: tre dei tornei si svolgono a Tokyo (gennaio, maggio, settembre), uno a Osaka (marzo), uno a Nagoya (luglio) e uno a Fukuoka (novembre). Vista la grande popolarità di questo sport, spesso i giapponesi acquistano i biglietti per assistere agli incontri con largo anticipo, soprattutto per poter ottenere i posti dotati della miglior visuale. Vi sono aree speciali vicino al ring chiamate masu-seki, nelle quali gli spettatori si accomodano su dei cuscini.
I lottatori sono suddivisi in gradi a seconda delle loro performances: il grado più alto è lo yokozuna (grande campione), seguito da ozeki, sekiwake, komusubi e maegashira. Questi sono i ranghi appartenenti alla massima serie di lottatori, chiamata makuuchi, sotto alla quale vi sono poi altre serie. Una volta che un wrestler raggiunge il grado di yokozuna, non può più perdere questo titolo, tuttavia ci si aspetta che egli si ritiri nel momento in cui i suoi risultati cominciano a peggiorare. Molti ex lottatori rimangono attivi in qualità di membri della Sumo Japan Association.
L’età degli atleti è di solito compresa tra i 20 e i 35 anni; di norma essi vivono insieme in complessi residenziali dove condividono molti aspetti della vita quotidiana, dal dormire al mangiare, passando per l’allenamento e le varie attività del tempo libero, tutto sotto la supervisione di un coach. Poiché non vi sono limiti di peso, l’aumento di peso è considerata una parte essenziale nel processo di formazione sportiva di un atleta sumo. La dieta tipica dei lottatori consiste in carne, pesce e verdure.
Alcune scuole di sumo giapponesi permettono ai visitatori e agli appassionati di entrare e osservare gli allenamenti, che generalmente si svolgono di mattino.
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Marco Togni
Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 15 anni fa. Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi. Seguito da più di 2 milioni di persone sui vari social (Pagina Facebook, TikTok, Instagram, Youtube).